(ASI) Massiccia partecipazione al corteo No Tav in Val Susa avvenuto domenica: il numero dei manifestanti si aggira intorno a 50mila, tra i quali 23 sindaci della zona.
Il corteo è partito in mattinata da Exilles e ha marciato pacificamente contro la costruzione della Torino-Lione. Viceversa, tutt'altro che pacifica l'atmosfera nei pressi del cantiere a ridosso dall'area archeologica, verso il quale si sono diretti decine di manifestanti staccatisi dal corteo e dove, a metà mattinata, hanno ingaggiato scontri con le forze dell'ordine che presidiavano la recinzione. Fitti lanci di pietre, petardi e bottiglie con ammoniaca a cui i celerini hanno risposto con gli idranti e con i lacrimogeni sparati - accusano alcuni manifestanti - ad altezza uomo. Un gruppo di manifestanti è riuscito a portarsi a ridosso della recinzione del cantiere e con tronchesi ed altri attrezzi ha tentato di sfondare la recinzione, tuttavia con risultati scarsi a causa dell'intervento della polizia.
Si stima che 300 persone siano giunte dall'estero (in particolare da Francia, Spagna, Austria e Germania) appositamente per prendere parte a scontri pre-ordinati. Tra le forze dell'ordine si contano 188 feriti, mentre tra i manifestanti 6, di cui il più grave in codice giallo. Ferito anche un operaio impegnato nei lavori del cantiere.
Condanne da parte dell'intera galassia politico-istituzionale sono piovute addosso a quanti sono andati in Val Susa con il preciso intento di creare disordini, mentre una polemica si è alzata anche intorno alle parole di Beppe Grillo - presente al corte pacifico -, il quale ha definito quello che sta accadendo in Val Susa "prove tecniche di dittatura" e ha appellato con l'aggettivo "eroi" tutti i partecipanti alla giornata No Tav di ieri.