Dopo che al popolare comico è stato negato l'accesso alle esequie il giornalista presidente dell'Italia dei Diritti si è schierato a difesa dell'amico ed, esprimendo profondo dolore, ha raccontato alcuni ricordi personali sul conduttore prematuramente scomparso
(ASI) Roma - L'esternazione del suo dolore per la prematura scomparsa di Fabrizio Frizzi, il giornalista presidente dell'Italia dei Diritti Antonello De Pierro l'aveva affidata, con più di un post, alle pagine dei social network Facebook e Twitter. Frasi commoventi in cui tesseva le lodi delle inconfutabili e commendevoli qualità del conduttore deceduto, sottolineando il legame amicale che intercorreva da lungo tempo con lui. Gli aveva anche portato l'ultimo saluto presso la camera ardente allestita preso la sede Rai di viale Mazzini, ma aveva deciso di non presenziare al funerale, che si è svolto presso la chiesa degli Artisti di piazza del Popolo a Roma. E dopo aver letto il post pubblicato sul suo profilo Facebook dall'amico Gianfranco D'Angelo, il quale lamentava che non gli era stato permesso l'accesso alla chiesa in quanto la cerimonia era per "pochi intimi", non ha potuto esimersi dal polemizzare schierandosi al suo fianco e commentando lo sfogo del noto attore comico, in cui emergevano anche le motivazioni che l'avevano spinto a disertare le esequie.
"Sono profondamente addolorato per l'ingiusta morte di Fabrizio Frizzi — ha dichiarato —, che non riesco proprio ad accettare. Al contempo sono felice per l'espressione di sincero affetto che gli è stata tributata da ogni dove. In queste circostanze spesso la retorica inevitabilmente si infila nelle frasi di rito pronunciate dai più. Forse questa volta abbiamo assistito a uno dei rari casi in cui questa non aveva diritto di residenza. Il fiume di spontaneità e di genuinità di sentimenti univoci che ha travolto il suo ricordo da parte di amici, colleghi e soprattutto da parte del suo pubblico non ha eguali nei percorsi della mia memoria e rende giustizia a una persona per bene, dal sorriso perenne e garbato, che trasmetteva costantemente un concentrato di profonda umanità. E' anche per questo che quando ho letto su Facebook il post di Gianfranco D'Angelo, un'altra persona che stimo moltissimo e a cui voglio un gran bene, sono saltato sulla sedia, anche perché non era il funerale di uno qualsiasi, era il funerale di Fabrizio ed egli non avrebbe mai approvato una cosa simile".
Anche De Pierro, che com'è noto detiene il triste primato di essere stato il primo giornalista ad aver subito un'aggressione da parte di un esponente del clan Spada di Ostia (fu Armando Spada il suo aggressore, accompagnato sotto casa sua dal noto imprenditore della lavorazione del ferro Alfonso De Prosperis e da sua moglie Angela Falqui), si è imbattuto in passato, proprio presso la chiesa degli Artisti, per ben due volte nello stesso spiacevole episodio occorso a D'Angelo, anche se poi è riuscito a entrare.
E' lui stesso a ricordare: "E' accaduto anni fa in occasione della cerimonia funebre per la scomparsa del mio amico Gigi Sabani, il cui ricordo è ancora vivo in me tanto da custodire nella rubrica del telefono ancora il suo ultimo numero di telefono, e più recentemente al funerale di Pasquale Squitieri. Anche a me fu detta più o meno la stessa cosa, ossia che l'ingresso era 'riservato solo ai familiari'. Evidentemente c'è una formula canonica che viene pronunciata da chi viene messo sulla porta a selezionare la gente come se si trattasse di entrare in discoteca. Questa volta ero troppo provato per poter avere la voglia di discutere di fronte alla possibilità di imbattermi in un copione già scritto, e quanto è accaduto a Gianfranco mi fa ritenere che non sbagliavo, e pertanto sono andato a portare a Fabrizio l'ultimo saluto alla camera ardente allestita presso la sede Rai di viale Mazzini, rinunciando a recarmi alle esequie. Esprimo la mia solidarietà al caro Gianfranco, in quanto, conoscendo la sua innata sensibilità, so che la cosa l'ha sicuramente rattristato. Auspico che episodi del genere non si ripetano in futuro".
In conclusione l'ex direttore e voce storica di Radio Roma apre una parentesi mnemonica per ricordare Frizzi, raccontando anche un aneddoto: "L'ho conosciuto molti anni or sono al Follia di via Ovidio. All'epoca scrivevo di cronaca mondana. Poi il nostro rapporto si è consolidato durante gli anni in cui sono stato al timone di Radio Roma, periodo in cui gli ho fatto diverse interviste. Qualche anno fa ci siamo sentiti per ricordare un amico comune scomparso tragicamente in un incidente stradale. Pochi sanno che Fabrizio era anche un grande appassionato di motori e corse automobilistiche e aveva anche partecipato a delle gare proprio come compagno di equipaggio dell'amico di cui sto parlando, che era un bravo ed esperto pilota. C'è un simpatico aneddoto che custodisco nei miei file mnemonici. Qualche anno fa ci siamo incontrati ai funerali del compianto Tony Ciacci, in arte Little Tony, svoltisi presso il santuario del Divino Amore. Era il momento dell'uscita del feretro e io stavo camminando mentre lui era fermo all'incirca al centro della chiesa. Circa due anni dopo presso lo stesso santuario sono state celebrate le esequie di Pino Daniele. Al momento dell'uscita del feretro si è praticamente ripetuta la medesima scena di due anni prima. Io camminavo e l'ho incontrato nello stesso posto della volta precedente. Ci siamo abbracciati e inevitabilmente abbiamo sorriso, nonostante la circostanza, dopo che io gli avevo chiesto ironicamente se fosse rimasto fermo lì per due anni". E' quanto dichiara in una nota l'Ufficio Stampa Italia dei Diritti.