(ASI) Si è svolta nel pomeriggio di oggi al Viminale una riunione del Comitato per l'Islam italiano alla presenza del Ministro Roberto Maroni e del Sottosegretario Alfredo Mantovano.
Il Comitato ha approvato un parere, del quale è stato relatore il prof. Ferrari, esito di una lunga e articolata istruttoria e discussione da parte di tutti i componenti dell’organismo, il cui oggetto è la figura degli imam nel quadro dell'integrazione delle comunità musulmane in Italia.
Così afferma un comunicato del Viminale dove si apprende inoltre che il Comitato ha ravvisato nell'approvazione dei ministri di culto lo strumento più adeguato per garantire - nel più ampio rispetto della libertà religiosa - il collegamento con le autorità pubbliche da parte delle comunità musulmane che intendano inserirsi nel tessuto sociale e civico italiano, rispettando le leggi e rispondendo alle esigenze di trasparenza e sicurezza.
L'istituto della approvazione, a fianco all’adesione alle regole per i luoghi di culto (sollecitata dal precedente parere del medesimo Comitato, che aveva a oggetto lo statuto delle c.d. “moschee”), ha un respiro lungo per l'integrazione del culto islamico in Italia, in quanto ne favorisce il processo organizzativo e l'emersione di un profilo non conflittuale.
In particolare, il Comitato ha rilevato come l'istituto dell'approvazione, oltre a rendere più trasparenti le attività di raccolta dei fondi all'interno della comunità religiosa e il servizio di assistenza negli istituti di prevenzione e pena, consentirebbe di offrire maggiore tutela alle parti più deboli, in genere la donna, all'interno del rapporto matrimoniale.
I matrimoni celebrati dal ministro di culto approvato sarebbero in tutto e per tutto regolati dal diritto civile italiano, quali matrimoni civili celebrati nell'ambito di un rito religioso. Di conseguenza l'approvazione dei ministri di culto islamici - sottolinea il Comitato - non comporterebbe un riconoscimento dell'efficacia civile degli istituti tipici del diritto musulmano in materia matrimoniale (es.: impedimenti matrimoniali o ripudio): al contrario, crea le premesse per un più attento rispetto della donna che, in caso di separazione o divorzio, avrebbe le garanzie previste dal diritto civile italiano.
Il Comitato, ai fini dell'approvazione del ministro di culto, ha individuato, tra i requisiti richiesti, la sottoscrizione da parte di ciascun imam della Carta dei Valori, e prima ancora un percorso formativo centrato sulla conoscenza dei principi fondamentali dell'ordinamento giuridico italiano, in primis delle norme sulla libertà religiosa. Esso ha inoltre auspicato la costituzione di un albo dei ministri di culto approvati di pubblico accesso.