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Verso lo sciopero generale del 6 maggio, e oltre






Al 110 Caffè il segretario della Fiom-Cgil Maurizio Landini

Verso lo sciopero generale del 6 maggio, e oltre

Un dibattito per spiegare l'importanza dello sciopero generale

 

(ASI) Giovedì 28 aprile, nella sala interna al 100dieci Caffè, si è tenuto un dibattito per spiegare l'importanza dello sciopero generale indetto, dalla Fiom-Cgil, per il 6 maggio.

 

Il dibattito, organizzato intorno all'intervento del segretario della Fiom-Cgil Maurizio Landini si è aperto con l'intervento di Adelaide Coletti, una lavoratrice precaria che ha fornito preoccupanti dati circa la situazione lavorativa in Umbria, regione tra le prime in Italia per cassintegrati e precari.

 

Successivamente la parola è passata a Francesco Garibaldo.

Egli comunica di essere particolarmente preoccupato per il quadro generale che offre attualmente il mondo del lavoro, dove precariato e cassa integrazione sono all'ordine del giorno.

Recentemente ha fondato l'associazione “Lavoro e Libertà”, spiegando che non si tratta di un nuovo sindacato, né tantomeno di un nuovo partito, quanto piuttosto di un punto di riferimento che possa riunire persone realmente interessate a riflettere sulla situazione attuale del mondo del lavoro, con le quali elaborare proposte concrete, utili per uscire dalla crisi.

 

Il terzo intervento è stato condotto da Guglielmo Ragozzino che, oltre a curare l'edizione italiana de “Le monde diplomatique”, scrive per “Il manifesto”.

Il giornalista, nel giorno stesso in cui si celebra il quarantesimo anniversario de “Il manifesto”, parla dell'importanza di tale quotidiano, avvertendo che c'è un forte bisogno di qualcuno che faccia sentire la voce dei più deboli, la voce dei pacifisti, la voce di chi vuole lottare contro la precarietà, o ancora la voce di chi vuole più genericamente esprimere un'opinione che sia contraria alla politica adottata dal governo. Ragozzino conclude aggiungendo che troppo spesso tali voci non vengono ascoltate o peggio ancora nemmeno riportate dalle altre testate giornalistiche, lasciando che si mettano a tacere da sole poiché non raccontate.

 

Riportando il discorso circa lo sciopero generale del 6 maggio, la parola passa dunque a Maurizio Landini, che spiega l'importanza delle motivazioni che hanno spinto la Fiom-Cgil ad organizzare tale manifestazione di protesta.

C'è grande bisogno di tutelare i diritti dei lavoratori dipendenti e soprattutto dei nuovi disoccupati, cassintegrati e precari. Il governo sta usando la crisi per nascondere una vera e propria manovra di riduzione dei diritti dei lavoratori, approfittando spudoratamente delle difficoltà economiche delle famiglie italiane. E' accaduto a Pomigliano e a Mirafiori, dove, con un referendum, la Fiat ha estorto un'autoriduzione dei diritti degli operai, i quali si sono trovati a dover scegliere tra poter mantenere un lavoro senza più diritti, oppure perderlo definitivamente vedendo la propria industria investire all'estero. Aggiunge con grande preoccupazione che lo stesso identico “gioco di prestigio”, con il quale scompaiono sempre di più i diritti dei lavoratori, sta avvenendo anche alla Bertone, recentemente inglobata dalla Fiat, ma che per evitare il ripetersi del recente scandalo, volutamente nessuno ne parla.

Concludendo, Landini rivolge una riflessione verso una semplice quanto preoccupante analisi dell' imminente futuro che condurrà gli attuali precari ad avere una pensione, qualora mai arrivi, non superiore al 40% dell'attuale stipendio, costringendoli alla povertà e negando inoltre ai loro figli, il diritto allo studio. Oggi il sostentamento economico arriva infatti dalle vecchie pensioni, che ancora reggono e restano dignitose e dai risparmi accumulati negli anni dalle famiglie, ma quando queste scorte saranno esaurite, gli attuali precari, non potranno più farvi affidamento e la situazione precipiterà vorticosamente.

Proprio per questo, lo sciopero del 6 maggio non sarà un punto di arrivo ma un punto di partenza, dal quale prendere consapevolezza della gravità della situazione attuale e cominciare a reagire, facendolo da oggi, e non aspettando di dover soltanto protestare domani.

 

Nella fase conclusiva del dibattito è intervenuta un' insegnate precaria, la quale ha fornito un quadro generale della situazione attuale relativa all'insegnamento.

In Italia più di 35.000 insegnanti hanno perso il lavoro, 1.060 dei quali in Umbria, e come se non bastasse la ministro Gelmini ha forzato una riduzione del tempo scuola in tutti gli ordini e ridotto drasticamente l'assistenza scolastica per i disabili, quest'ultima è paurosamente considerata oggi una gentile concessione, piuttosto onerosa, che arriva dall'alto e non più un diritto importantissimo e fondamentale del disabile.

Si cerca, insomma, ingiustamente di estromettere i deboli dalla società, considerandoli solo un costo.

 

Il dibattito ha dato voce anche ad un lavoratore della Merloni che racconta come siano 5.300 i lavoratori che, coinvolti nella delicata situazione riguardante la Merloni ed il suo indotto di Nocera Umbra e Gubbio, rischiano di rimanere senza lavoro. Attualmente è in atto soltanto una proposta arrivata da una ditta Indiana, che si è offerta di rilevare parte della Merloni, mantenendo però appena 400 degli attuali lavoratori. Conclude il suo intervento, l'operaio, dicendo :

 

Termina infine l'intero dibattito con l'intervento di Mario Bravi, segretario generale della Cgil-Umbria. Egli afferma che in Umbria i salari dei lavoratori sono il 9% al di sotto della media nazionale e che nel marzo 2011 i cassintegrati in Umbria sono diventati 20.000, dei quali 10.000 a zero ore.

E' necessario reagire, perchè il mondo del lavoro sembra rassegnato, in maniera preoccupante,  all'attuale stato di degrado della dignità del lavoratore.

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