(ASI) Milano- Parlare di post-verità per riscoprire i media invece che condannarli. Il cardinale e arcivescovo di Milano è entrato per primo in una sala gremita di giornalisti. Nell'incontro con gli addetti della comunicazione per San Francesco di Sales, protagonisti insieme a lui sono stati la direttrice di Rai Tre Daria Bignardi, che sostituiva Lucia Annunziata, il conduttore di Tv Talk Massimo Bernardini e Carlo Verdelli, il direttore dimissionario dell'informazione Rai.
I relatori all'Istituto dei Ciechi di Milano si sono rivolti agli addetti ai lavori, ma il tema interessava tutti. "In un mondo dove i padroni dell'informazione sono i social network, noi giornalsti cosa esistiamo a fare?". Così Bernardini provocando il pubblico e i suoi interlocutori.
Al potere dei social media, motivo per il quale sarà "Mark Zuckerberg a ricevere il presidente del Consiglio italiano, non il contrario", si aggiunge il pericolo della post-verità e delle fake news.
Tra vero e verosimile, Daria Bignardi ha parlato del caso di Milena Gabanelli, con il pubblico dei social che aveva creduto che la neo direttrice di Rai Tre avrebbe tolto Report dal palinsesto per motivi politici. "Il ruolo di noi giornalisti rimane invece fondamentale e troppe volte noi stessi abbiamo sbagliato - ha detto Bignardi - L'esistenza di Twitter e Facebook non deve portarci a credere che le informazioni siano ora prive di responsabilità. I casi, anche tragici, sono molteplici, ma quanto più i giornalisti sapranno usare questi strumenti, tanto più saremo in grado di combattere la post-verità. Perché altrimenti le persone dovrebbero credere che una notizia lanciata e rilanciata sui social network dovrebbe essere falsa?".
All'intervento della direttrice si è aggiunto quello di Angelo Scola che prova a trasmettere un insegnamento in una sola frase: "Forse sarà proprio l'era della post-verità a farci riconsiderare l'importanza della verità, perché nei tempi odierni siamo andati molto oltre...Forse dovremmo parlare di post-falsità".
Dopo Brexit, vittoria del No al referendum italiano e insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, si presentano nuove sfide al mondo della politica e dell'informazione. Elezioni in Francia e Germania, il crescere dei populismi e la lotta fra due giganti, Google e Facebook, nel digitale come in borsa. Angela Merkel ha già chiesto un consulto ai consiglieri di Zuckerberg per prevenire l'effetto "Stati Uniti".
Non c'è stato tempo per le domande, ma forse non sarebbero servite per chiarire il messaggio rivolto a ogni giornalista presente. La comunicazione, in ogni sua forma, è un atto di responsabilità. È un servizio per il lettore che non deve essere travisato per fini politici ed economici. Le fake news oltre che pericolose sono anche un business. Ma sono anche alterazione della vocazione giornalistica, che non deve soccombere al sistema. Sarebbe come condurre una competizione sportiva senza possibilità di distinguere le prestazioni degli atleti corretti da quelli dopati.
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia