L'ex partigiana e parlamentare si è spenta a 89 anni a Castelfranco Veneto
(ASI) Treviso - Senza fretta ma senza sosta, in un'Italia che l'ha sempre vista in prima linea. Dai monti dei partigiani negli anni '40 fino alla proposta di un gruppo di blogger che la voleva al Quirinale nel 2006.
Dall'attivismo alla politica, dall'essere il primo ministro donna in Italia all'attivismo sociale degli ultimi anni in difesa dei diritti civili.
Partigiana, parlamentare e ministra, uno degli incarichi più prestigiosi fu l'essere nominata presidente della commissione d'inchiesta sulla loggia massonica P2 di Licio Gelli nel 1981.
Tina Anselmi è parte della storia della Repubblica italiana e si è spenta dopo una lunga malattia a Castelfranco Veneto, il piccolo paese del trevigiano dove nacque 89 anni fa.
Nei governi Andreotti fu ministra di spicco per il lavoro e la previdenza sociale dal 1976 al '78, mentre nel successivo rimpasto di governo della Democrazia Cristiana, della quale era militante instancabile, passò al ministero della sanità.
Con un percorso di studi legato all'istituto magistrale di Bassano del Grappa, Tina Anselmi si distinse presto nella Resistenza veneta nel Corpo volontari della libertà, dopo aver assistito insieme ad altri studenti all'impiccagione di trentuno antifascisti.
Laureatasi in Lettere all' università Cattolica di Milano, inizia ad insegnare alle scuole elementari, passando presto alle battaglie sindacali di Cgil e Cisl.
Nel 1963 è vicepresidente dell'Unione europea femminile, ma tornando ben presto ad occuparsi di politica nazionale in seno ai governi DC negli anni '70.
Molte sono le onorificenze a lei assegnate per l'impegno nella vita pubblica italiana, ma ciò che è valido ancora oggi è il suo ricordo della Resistenza, di carattere cattolico e femminile, per difendere nel mondo contemporaneo i diritti di ogni donna, ai quali fanno riferimento alcune sue pubblicazioni.
Una vita apparentemente ordinaria, ma resa speciale dalla costante dedizione per il proprio lavoro attraverso le cause sociali, alle quali si era infaticabilmente prestata persino negli ultimi anni della malattia.
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia