(ASI) Norcia – Nella mattinata di oggi Domenica 30 ottobre alle 07:40, un terremoto di magnitudo M 6.5 è stato localizzato nella zona al confine tra Marche e Umbria. L’epicentro di questo terremoto è ubicato tra le province di Macerata, Perugia e Ascoli Piceno, a 7 km da Castelsantangelo Sul Nera, 5 km da Norcia e 17 km da Arquata del Tronto. Il valore della magnitudo calcolata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) inizialmente è stato di 6.1 e poi di 6.5 (ancora suscettibile di modifica).
Il terremoto di questa mattina è il più forte dal 1980, quando un terremoto della stessa intensità coinvolse l'Irpinia. E' anche superiore a quello che colpì l'Aquila 7 anni fa (magnitudo 6.3).
Il sisma rientra nella stessa sequenza che si è attivatasi in agosto con il terremoto nella provincia di Rieti
Prosegue l’attività relativa allo studio delle deformazioni del suolo e delle sorgenti sismiche, focalizzata ora sugli eventi del 26 ottobre scorso. Tale attività è coordinata dal Dipartimento della Protezione Civile (Dpc) e viene svolta da un team di ricercatori dell’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irea di Napoli) e dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), centri di competenza nei settori dell’elaborazione dei dati radar satellitari e della sismologia, con il supporto dell’Agenzia spaziale italiana (Asi).
“Utilizzando i dati del satellite giapponese ALOS 2, il team di ricercatori di Cnr-Irea e Ingv ha misurato anche in questa occasione e con alta precisione i movimenti permanenti del suolo originati durante il terremoto, utilizzando l'interferometria differenziale”, spiega Riccardo Lanari, direttore del Cnr-Irea. “In questo caso, la banda di frequenze utilizzate (banda L) dal radar operante a bordo del satellite ALOS 2 ci ha consentito di rilevare le deformazioni del suolo nonostante la zona colpita sia particolarmente coperta da vegetazione. Tali deformazioni si verificano circa 8 chilometri più a Nord, rispetto alle deformazioni provocate dal terremoto di Amatrice del 24 agosto e caratterizzano una zona che si estende per circa 20 km in direzione Nord e presenta un abbassamento del suolo massimo di circa 18 cm (corrispondenti a 22 centimetri di allontanamento, rispetto alla linea di vista del radar) in corrispondenza dell’area di Vallestretta”.
“I movimenti del suolo misurati dal satellite, insieme ad altri dati geologici e sismologici, sono ora in corso di analisi per elaborare dei modelli fisico-matematici tramite i quali sarà possibile individuare la faglia sorgente del terremoto e caratterizzarne l'attività profonda. I primi risultati sembrano indicare che la faglia attivata il 26 ottobre faccia parte della stessa struttura geologica che ha causato il terremoto di Amatrice. Il piano di faglia quindi è inclinato verso ovest di circa 50°, si colloca tra 10 e 3 chilometri di profondità, e non raggiunge la superficie”, spiega Stefano Salvi, dirigente tecnologo dell’Ingv. “A partire dalla sequenza di Colfiorito nel 1997 i dati satellitari radar sono stati utilizzati molte volte in Italia per individuare sorgenti sismiche e vulcaniche, grazie anche alle tecniche sviluppate dai ricercatori del Cnr-Irea, che oggi sono all'avanguardia nel panorama internazionale”.
L’obiettivo del Dipartimento della Protezione Civile, durante un’emergenza sismica, è ottenere in tempi brevi un quadro delle deformazioni e degli spostamenti del suolo causati dal sisma nell’area dell’epicentro.
I Centri di Competenza Cnr-Irea e Ingv, grazie alle loro specifiche competenze, supportano il Dipartimento nell’utilizzo dei dati e delle informazioni satellitari e nella loro integrazione con i dati in situ: tale collaborazione consente lo sviluppo di prodotti, metodi e procedure che migliorano il sistema nazionale di risposta all’emergenza e che sono a disposizione di tutto il Servizio Nazionale della Protezione Civile.
Dopo l’evento di questa mattina 30 ottobre alle 07:40 ora italiana di magnitudo M 6.5, sono stati localizzati decine di altri eventi sismici nella zona al confine tra Marche e Umbria. Alle ore 10:00 risultano circa 50 eventi di magnitudo maggiore di 3.0.
L’area interessata dall’evento di questa mattina alle ore 07:40 di magnitudo 6.5 (l’epicentro è la stella rossa).
Le scosse più forti (magnitudo maggiore o uguale di 4.0) dalle 07.40 di questa mattina sono riportate in tabella:
DATA E ORA (UTC) | MAGNITUDO | PROVINCIA | PROFONDITÀ | LAT | LONG |
2016-10-30 08:35:58 | 4.4 | Perugia | 10 | 42.83 | 13.08 |
2016-10-30 07:34:47 | 4.0 | Macerata | 10 | 42.92 | 13.13 |
2016-10-30 07:13:05 | 4.5 | Rieti | 11 | 42.70 | 13.24 |
2016-10-30 07:08:35 | 4.3 | Rieti | 10 | 42.71 | 13.14 |
2016-10-30 07:07:53 | 4.2 | Rieti | 10 | 42.71 | 13.19 |
2016-10-30 07:05:56 | 4.1 | Perugia | 8 | 42.79 | 13.16 |
2016-10-30 07:04:59 | 4.0 | Perugia | 10 | 42.83 | 13.06 |
2016-10-30 07:00:40 | 4.1 | Perugia | 10 | 42.88 | 13.05 |
2016-10-30 06:55:40 | 4.1 | Rieti | 13 | 42.74 | 13.17 |
2016-10-30 06:44:30 | 4.6 | Perugia | 10 | 42.85 | 13.07 |
2016-10-30 06:40:17 | 6.5 | Perugia | 9 | 42.84 | 13.11 |
In mappa la situazione complessiva di tutta la sequenza iniziata il 24 agosto 2016.
Edoardo Desiderio – Agenzia Stampa Italia