(ASI) - Papa Francesco è giunto in volo nello stato dell’Azerbaigian, il paese del Caucaso con la quasi totalità della popolazione di religione musulmana. Il Pontefice è stato accolto con grande entusiasmo da centinaia di cattolici, che rimangono, comunque, una stretta minoranza del paese. Il Papa, alla fine della messa, ha risposto a quanti sollevavano dubbi su di un viaggio così lontano per visitare una regione dove ci sono così pochi cristiani:”Ho fatto tanti chilometri per incontrare una comunità così piccola, perché proprio così è nata la Chiesa”.
È stato accolto dal capo di tutte le comunità islamiche del Caucaso, lo sceicco Allahshukur Pashazadeh ed altri esponenti di altre confessioni, tra cui ortodossi ed ebrei. L’Azerbaigian ha così dato l’immagine di un paese accogliente e tollerante, pronto a festeggiare, tra pochi giorni, il 25° anniversario della sua indipendenza dall’Unione Sovietica. A Baku, il Papa ha affermato di essere molto fiducioso e sicuro che Dio aiuterà a far divenire il Caucaso una terra di pace, “porta tra l’Oriente e l’Occidente”, per utilizzare un’espressione di san Giovanni Paolo II, che aveva anch’egli visitato la lontana regione caucasica.
L’ultimo evento di questo 16° viaggio apostolico internazionale, si è svolto presso la moschea Heydar-Aliev, a Baku, dove lo sceicco gli ha regalato un tappeto, ricevendo in cambio un mosaico. Francesco ha qui proclamato che non ci devono più essere violenze in nome di Dio, “le religioni siano albe di pace”. Lo sceicco ha sottolineato il multiculturalismo del paese ed ha evidenziato l’importanza delle parole di Francesco per risolvere i conflitti in “Nagorno-Karabakh tra l’Armenia e l’Azerbaigian”. Francesco al termine dell’incontro, ha usato parole di grande gioia riferendosi all’accoglienza ed all’ospitalità ricevuti, “aprendo le porte all’accoglienza ed all’integrazione si aprono le porte di ciascuno e le porte della speranza per tutti, perché aprirsi agli altri non impoverisce ma arricchisce”.
Il Pontefice ha sottolineato come le religioni abbiano un compito educativo, perché aiutano a realizzare il fine dell’uomo, essendo bussole per orientare al bene ed allontanarsi dal male”. Il nichilismo, invece, fa concentrare l’uomo sui propri interessi, vantaggi e tornaconto, e conduce solamente al fondamentalismo, con la violenza delle parole e dei gesti. Dio non può essere invocato per interessi partigiani, né per fini egoistici. Non può giustificare alcuna forma di estremismo, imperialismo e colonialismo.
Le vie indicate da Francesco per costruire la pace, partendo proprio dall’Azerbaigian, sono la preghiera ed il dialogo, il rispetto e l’incontro. Solo questa pace può abbattere la barriera della povertà e delle ingiustizie.
Rientrando a Roma, Papa Francesco si è recato nella basilica di Santa Maria Maggiore, per ringraziare la Madonna