(ASI) Valli del Pasubio (Vi) – Un ponte del tutto particolare collega ora le Valli del Pasubio. Di nome e di fatto. Di nome, perché è intitolata alla sezione Avis di Schio, in memoria di una tragedia avvenuta 60 anni orsono, nel settembre del 1956, quando una corriera, per il forte maltempo si ribaltò, provocando morti e feriti.
Per sopperire alla forte domanda di sangue, nacque la locale sezione dell’Avis di Schio. Di fatto, perché trattasi di una sorte di “Ponte tibetano”, in quanto fatto di corde, ma rigorosamente d’acciaio, così come la passerella che sostengono, che si getta nel vuoto per 105 metri ad un’altezza massima di 40 metri. Opera dell’archetto Carlo Costa, il ponte unisce le Valli è emozionante. Si ripristina così, dopo un camminamento interrotto nel 2008 da allora più ripristinato il collegamento che si sviluppa dall’Ossario del Monte Pasubio, luogo sacro alla Patria fino a Passo Campogrosso. Le vallate, famosi luoghi della battaglia della Prima Guerra Mondiale, sono state quindi ricollegate e l’inaugurazione ha visto partecipi i sindaci di alcuni paesi che “arditamente” hanno percorso il ponte.
Il progetto, che vede il potenziamento turistico delle Valli, di Posina e di Recoaro Terme, ha richiesto un milione di euro, finanziato al 75% dalla Regione Veneto, ha interessato anche la messa in sicurezza della Strada del Re, percorso delle 52 Gallerie, restauro di 60 di sentieri di montagna, della Ferrata Falcipieri e di Malga Campiglia.
Valentino Quintana - Agenzia Stampa Italia