(ASI) Chieti - L'obbligo della tutela dei beni culturali e paesistici ha bisogno di supporto mediante un'opportuna pianificazione, sostenibilità e coerenza di destinazione d'uso del territorio per valorizzarne le risorse.
Da qui l'intento di promuoverne tali valori anche a fini turistico - culturali, evitandone con molta attenzione la distruzione, come evidenziato in diversi incontri conoscitivi e di tutela fra i cittadini, la stampa, i funzionari pubblici e le associazioni.
A tal fine, il Centro d'Ateneo di Archeometria e Microanalisi (CAAM) e il Centro di Antropologia Territoriale degli Abruzzi per il Turismo (CATA), ha promosso, da alcuni anni, una proposta di collaborazione con la Soprintendenza, l'Amministrazione Comunale di Chieti e parti sociali attive nel settore e nel territorio interessato, attraverso riunioni ad un tavolo di consultazione specifico, aventi lo scopo di elaborare in tre fasi un programma / progetto al fine di:
1) Circostanziare e implementare la conoscenza e la tutela/valorizzazione dei beni culturali materiali ed immateriali e paesistici dell'area in questione sulla base dell'approfondimento delle nuove scoperte e segnalazioni, elaborando un dossier sullo stato dell'arte rispetto ai:
a) dati archeologici (segnalazioni di un ingente patrimonio archeologico con insediamenti dall'età neolitica fino al II secolo a.C. con capanne e laboratori, edifici e sepolture).
b) dati paesistici (presenza di edifici storici di cui alcuni di riconosciuto interesse storico - artistico inseriti in un paesaggio agrario di valore legato ai vasti possedimenti delle principali casate nobiliari teatine nei secoli scorsi, ville e chiese).
c) presenza di importanti emergenze faunistiche, botaniche e geositologiche in special modo a Colle Arenazze/San Salvatore, del patrimonio demoetnoantropologico immateriale (feste, ritualità, credenze, organizzazione sociale tradizione rurale).
d) beni immateriali (feste tradizionali, come ad esempio: Madonna del Carmine, Festa di San Salvatore, Santa Maria in Criptis, Novene, Sant'Antonio, Passione).
2) Mitigare la vulnerabilità dell'area legata ad inquinamento e pressione edilizia, usi non sostenibili, abnormità costruttive in zona agricola e alterazione del paesaggio agrario tipico mediante le seguenti azioni:
a) censimento, rivitalizzazione e sostegno ai beni materiali e immateriali.
b) verifica ed applicazione e recepimento delle misure di tutela: PAI, archeologiche, paesistiche e naturalistiche.
c) valorizzazione: istituzione di un gruppo di lavoro per una riserva/geosito/parco culturale anche ai fini della valorizzazione turistica oltre che alla tutela.
d) individuazione di percorsi turistico - culturali.
Ma, fino ad oggi, questa proposta di collaborazione per tutelare e valorizzare il patrimonio culturale, ambientale del comprensorio in questione, sarebbe rimasta pressoché lettera morta, soprattutto, a causa dell'inspiegabile immobilismo della Sovrintendenza.
Pertanto, il Prof. Francesco Stoppa, geologo, ordinario sez. Geologia - Archeologia del DISPUTER dell'Università "G.D'Annunzio" e Direttore del Centro d'Ateneo di Archeometria e Microanalisi (CAAM), lancia attraverso i nostri microfoni l'ennesimo appello alle Istituzioni e agli Enti competenti, per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale del comprensorio: Tricalle, Colle Arenazze, San Salvatore, San Nicola e Crocifisso/Via dei Frentani di Chieti.
Sentiamo cosa ha dichiarato ai nostri microfoni il Prof. Francesco Stoppa:
https://www.youtube.com/watch?v=HB-FZO5TzLI
Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia -