(ASI) - Chieti - In un momento critico in cui Chieti rivendica il suo primato culturale, si pone il problema relativo alla conservazione e allo studio dell'eredità storica teatina, sia dal punto di vista culturale, ambientale che archeologico.
A tal proposito, va evidenziato che, come segnalato dal Geologo, Docente della Università "G.D'Annunzio", Prof. Francesco Stoppa, esiste, in località Via Dei Frentani, Crocifisso e San Salvatore di Chieti, un'area archeologica bene individuata e che ha dato già molti reperti importanti, ma purtroppo non ancora tutelata e studiata dalla Sovrintendenza, nonostante gli esposti, gli incontri dibattito e di studio, le offerte di studio da parte dell'Università e nonostante dei sopralluoghi effettuati in loco dai funzionari responsabili.
Infatti, in tal area della città, dove, tra l'altro, c'è ancora conservata la storica residenza sub-urbana ottocentesca Villa Nuphar (già Muzii - Valignani) ed altre Ville storiche, mentre altre sono già state abbattute o trasformate, sono emerse tracce di attività legate a un insediamento protostorico (probabile età del ferro), fondi di capanna, forse una fornace italico - romana, e a tombe a camera, venute alla luce durante attività agricole, il tutto attestante un probabile insediamento persistente dal VI al IV - III secolo A.C., ma con reperti che si estenderebbero fino al Medioevo. Il tutto deve essere verificato e studiato.
Probabilmente, l'insediamento è legato a quei nuclei abitativi, villaggi agricoli, e fortificazioni che c'erano intorno all'antica Teate Marrucinorum e che unendosi hanno dato il via alla nascita della città.
Dalle notizie raccolte e dall'esame dei luoghi si può notare come, alcuni anni fa, uno dei siti archeologici più importanti è stato sbancato per circa 2 metri di profondità con la rimozione quasi completa e distruzione del materiale in situ. Il materiale affiorante sul taglio stradale e, in immediato pericolo di perdita, è stato raccolto, fotografato e catalogato dal centro di Archeometria dell'Università "G.D'Annunzio" di Chieti, ma l'area deve essere rapidamente scavata in quanto qui si trovano fondi di focolai e di capanne.
Gli Archeologi del centro di Archeometria diretto dal Prof. Stoppa, e la Prof. Sara Santoro, Ordinario di Archeologia Classica dell'Università "G.D'Annunzio", hanno richiesto da alcuni anni una collaborazione con la Soprintendenza che porti allo scavo e alla tutela dei siti archeologici, e dei valori naturalistici e paesaggistici del Crocifisso e di Colle Arenazze, già attaccati dalla cementificazione, ma, senza riscontri positivi, poiché la Soprintendenza, non si sa per quale ragione, non si muove e fa "orecchie da mercante". Nessuna risposta è stata data alle numerose lettere inviate.
Ci sono state anche alcuni incontri, dibattiti, riunioni sia in loco, sia al Campus universitario che hanno coinvolto diversi rappresentanti della Soprintendenza, dell'Università, degli Archeoclubs e delle associazioni cittadine interessate. Ha partecipato agli incontri anche il Sindaco di Chieti, l'Avv. Umberto Di Primio, che si è dimostrato sensibile a questa problematica. Tuttavia qualcosa si è inceppato, nonostante l'interesse espresso da tutti i partecipanti.
Pertanto, ritenendo non corretto questo immobilismo da parte dei responsabili della Sovrintendenza, il Prof. Francesco Stoppa, tramite i nostri microfoni, ha denunciato la situazione e richiesto per l'ennesima volta il vincolo di tutela dell'area in questione, anche temporaneo per fini scientifici, per permettere gli scavi che probabilmente scriveranno una nuova pagina dell'antica Teate ed evitare la completa perdita di un patrimonio archeologico, memoria storica di questa città.
Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia
Intervista al prof. Francesco Stoppa