La Presidente della Regione Catiuscia Marini, parlando a nome delle amministrazioni locali, ha ricordato come l’opera sia stata voluta dalle comunità e istituzioni locali e l’iter sia stato iniziato già a metà degli anni novanta. I tempi lunghi sono stati imputati da Marini alle difficoltà tecniche del progetto, sul quale la Sovrintendenza ai beni ambientali ha imposto vincoli che hanno ritardato le fasi di progettazione e realizzazione. La Presidente, ha ricordato come la realizzazione dei lavori sia stata affidata ad un’associazione di imprese umbre e, perciò, come l’investimento conquistato dagli amministratori locali a fine anni novanta sia positivamente ricaduto sulle comunità locali. Nel ribadire la disponibilità degli enti locali a risolvere problematiche relative a singoli cittadini cui le modalità di realizzazione della strada hanno causato alcune difficoltà, Marini ha anche ricordato che l’intervento rientra in un più complessivo progetto di miglioramento del tracciato della strada regionale 220 tra Tavernelle e Perugia per il quale la regione sta curando la progettazione. Su questo punto, l’assessore regionale alla viabilità Silvano Rometti ha riferito che la Regione ha già impegnato risorse del proprio bilancio per oltre 10,7 milioni di euro, di cui circa 3 milioni e 200 mila già liquidati. In particolare sono stati impegnati 6 milioni e mezzo di euro a cui si aggiungono 570 mila euro, impegnati nel 2005 e già liquidati alla Provincia, e i quasi 3 milioni 700 mila euro impegnati nel 2009, di cui 2,6 milioni liquidati in anticipazione a dicembre scorso
La variante ha rappresentato un investimento complessivo di 30 milioni di euro. E’ lunga 8,750 chilometri, con due corsie da 3,75 metri e banchine laterali di oltre 1,50 metri. Lungo il tracciato sono stati realizzati cinque svincoli (Fontignano, Pietrafitta, Tavernelle est, Tavernelle ovest, zona industriale Potassa) di cui quattro a livelli sfalsati ed uno a rotatoria; una galleria artificiale lunga 104 metri e cinque viadotti con campate lunghe tra i 17 ed i 30 metri. Sono previsti, a completamento, altri interventi riguardanti, in particolare, di potenziamento della viabilità secondaria di accesso all’abitato di Macereto.
Alla cerimonia era presente anche Daniele Orlandi, sindaco di Panicale dal 1993 al 2004, e da tutti riconosciuto l’artefice della trasformazione di un sogno in un progetto reale e finanziato ed il “padre” dell’opera. “Della variante, ci dice Orlandi, si parlava già dagli anni ottanta, ma riuscimmo a farla inserire nella programmazione della regione regionale e nazionale con un’azione politica molto insistita e coordinata tra noi amministratori locali, quelli regionali, ed i parlamentari umbri, in primis l’allora Presidente della Commissione Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, Rita Lorenzetti. Già alla fine del 1997 il primo progetto dell’opera fu approvato in Conferenza dei servizi e finanziato”. Poi, tra affinamenti del progetto e richiesta di finanziamenti aggiuntivi, nel 2001 si arrivò a bandire la gara per l’assegnazione dei lavori. Seguì un periodo di stallo per problemi con la progettazione e, “nel 2006, addirittura si temette che l’opera potesse essere cancellata. Si costituì allora un comitato di cittadini per la variante, a sostegno delle istituzioni e alla fine il pericolo fu scongiurato, appena in tempo prima che il sopraggiungere della crisi economica mondiale mandasse in fumo il lavoro di lustri”. L’opera, ricorda Orlandi, fu pensata come “fondamentale” per la vivibilità dei centri abitati attraversati dalla vecchia Pievaiola, perché permetteva di riprogrammare la viabilità interna di Tavernelle senza il traffico di attraversamento e, perciò, con maggiore attenzione a parcheggi a servizio del centro storico e delle attività commerciali ed a possibili percorsi pedonali e ciclabili”. Ma, aggiunge l’ex primo cittadino, “la variante fu da noi ritenuta strategica in quanto faceva parte di un disegno complessivo di migliori collegamenti della Valnestore e delle sue attività produttive con la grande viabilità nazionale e interregionale. Infatti, la variante era un segmento del collegamento viario complessivo Perugia-Chiusi, assieme, da una parte, al collegamento con il nodo di Perugia e, dall’altra, al nuovo tratto Tavernelle-Chiusi. Il collegamento con il nodo doveva permettere di arrivare a Perugia e al nuovo raccordo a quattro corsie senza più dover attraversare i centri abitati di Capanne, Castel del Piano, Strozzacapponi e San Sisto. Mentre il progetto di massima per il nuovo collegamento Tavernelle- Chiusi, già finanziato e realizzato, doveva permettere di migliorare e velocizzare il collegamento con l’autostrada del sole”. Anche se nel tratto tra la Valnestore ed il capoluogo sono comunque rimasti in agenda interventi di miglioramento, per il resto quei progetti hanno subito stop a causa della carenza di finanziamenti pubblici, “Ma sono progetti che, dice Orlandi, la Valnestore e l’Umbria devono tener vivi per rimetterli in cantiere, anche anticipando, per quanto e come possibile, la futura ripresa economica, perché alla classe dirigente locale e regionale, non meno che a quella nazionale, è richiesta una capacità di visioni lungimiranti e non ristrette all’orticello del quotidiano, se si vuol uscire dalla crisi economica e politica che tutto sembra travolgere”.
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