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(ASI) E' un ritratto ricco di sfumature e spunti originali quello del fondatore dell'Eni, Enrico Mattei, di cui si è reso autore Maurizio Verdenelli. Il volume, intitolato “la leggenda del Santo Petroliere. Enrico Mattei e Matelica: l'ultimo grande sogno marchigiano”, è stato presentato a Perugia, presso la sede della Regione, in data 26 gennaio. A coordinare gli interventi il Presidente dell'Ordine dei Giornalisti dell'Umbria, Dante Ciliani che, dopo aver presentato l'autore, ha dato la parola ad Enzo Ferrini, già rc ANSA. A seguire gli interventi di Lucio Biagioni, Capo ufficio stampa della Giunta Regionale, dell'autore, Maurizio Verdenelli e di Bruno Brunori, Direttore del settimanale “Umbria Settegiorni”.

Quello che vede protagonista “l'uomo che vedeva il futuro” è un saggio che affronta temi nazionali, (quali la sfida mondiale per il mercato dell'energia) ma, soprattutto, regionali. Dalla narrazione emergono aneddoti curiosi raccontati da quanti avevano conosciuto il Mattei, capaci di catturare l'attenzione del lettore.

Fra i meriti che vanno riconosciuti a colui che cambiò le sorti del centro Italia nel periodo del dopoguerra vi è quello di aver ricostruito a proprie spese il grande monastero di Matelica, dedicato alla Beata Mattia Nazzarei.  Nei verbali redatti dalle Madri Badesse e pubblicati per la prima volta nel volume di Verdenelli sono riportate le visite in clausura da parte del Benefattore.

Esclusiva anche l'intervista a Francesco Merloni che racconta il rapporto fra il padre Aristide e Mattei. L'incontro fra il giovane ingegnere e il fondatore dell'Eni segnerà una svolta nell'economia del Centro Italia. Degna di nota anche la testimonianza dell'Ombra del Falco, la guardia del corpo  dell'industriale che, fra i vari episodi, racconta del rapporto di amicizia fra lo Scià di Persia e l'industriale marchigiano che determinò uno sconvolgimento nel mercato mondiale del petrolio.

A suscitare grande interesse la dichiarazione dell'ex PM di  Pavia, Vincenzo Calia, che rivela  come Enrico Mattei sia stato vittima di una vera e propria congiura che nel '62 portò alla sua tragica fine.
Ma il tratto distintivo del volume di Verdenelli sul quale si sono concentrati gli interventi di tutti i presenti sta nel carattere corale del saggio, poiché la vita dell'industriale viene raccontata da coloro che lo hanno conosciuto o che ne hanno sentito parlare.

L'autore è stato accolto festosamente nella sede della Regione dell'Umbria, ricevendo molti elogi per questa sua ultima produzione. Questo il commento di Enzo Ferrini: “Mi aspettavo una biografia che invece non c'è … siamo di fronte ad una sorta di racconto corale e in questo sta l'originalità del libro che sembra sia stato scritto nella piazza del paese … ne emerge il ritratto di una persona vera, costituito da vari aneddoti ... Sicuramente le storie raccontate da chi lo ha conosciuto sono un po' diverse dall' iconografia del personaggio.”

Anche Lucio Biagioni, nel corso del proprio intervento, ha sottolineato l'approccio corale che caratterizza il saggio di Verdenelli, “All'inizio ho avuto qualche perplessità di tipo accademico -ha dichiarato- ammetto che all'inizio mi  è sembrato non fosse un vero libro, sfogliandolo … presentava delle difformità, degli aspetti non in linea con l'organizzazione del testo … Leggendolo, invece, quello che mi era sembrato un difetto mi è apparso come un pregio: non si tratta di un testo, ma di un ipertesto, in cui le immagine, le interviste e il filo che si coglie da documentario lo rendono originale. E' un testo che si compone di più forme espressive.

Il libro è impaginato in forma giornalistica è ciò lo rende piuttosto vivace … ci sono materiali storici per una storia che è ancora da scrivere e questi provengono dalle testimonianze vere di persone che vanno a costituire un panorama unico e straordinario.

Questo è un libro vero, da cui trapelano freschezza, spirito di autenticità e tutta la passione dell'autore. E' un saggio che nasce dalla necessità e dal coinvolgimento assoluto di Verdenelli: è un testo che l'autore ha deciso di scrivere ma che in realtà si è scritto da solo con la voce di tutti questi protagonisti. Il Mattei che emerge coincide perfettamente con la sua figura, con l'uomo il cui spirito rivoluzionario è stato stroncato, come tutti sappiamo...

Mi piacciono le voci degli operai, dei perforatori dei manutentori di impianti e mi piace quel Mattei talmente energico da non tenere in alcun conto la proprietà. Egli era una forma di energia pura e la sua ricchezza era data dall'insieme dei rapporti sociali che si era creato!”

Nel corso del suo breve intervento l'autore del libro dedicato a Enrico Mattei ha catturato l'attenzione dei presenti, rendendo noto si aver ricevuto una chiamata poche ore prima da parte dell'Ombra del Falco. La storica guardia del corpo del “Santo Petroliere” avrebbe rivelato di possedere altri documenti interessanti e ciò ha riacceso una fonte ancora piena di vitalità.”

E proprio Verdenelli ha poi dato la parola a colui che ha definito il suo grande maestro, Bruno Brunori, al quale va il merito di averlo avviato alla professione di giornalista.

“Ringrazio l'autore- ha affermato Brunori- perché con il suo libro mi riporta quarant'anni indietro, quando mi fu affidata la direzione della Nazione di Perugia e attorno a me si creò una redazione giovane e vivace con cui sperimentammo iniziative nuove...  vi erano giovani intelligenti grazie ai quali rilanciai la mia attività, cosa che continuo a fare ancor oggi.

Verdenelli ha prodotto un libro su un personaggio che ho seguito dagli anni Cinquanta; in quel periodo l'Italia viveva un momento difficile, perché aveva vissuto la guerra e Mattei diede la speranza al nostro Paese, ruppe i legami che stringevano l'Italia e l 'Europa, condizionati da lobby, come quella dell'energia e del petrolio. L'industriale 'ruppe le catene' grazie ad un'importante intuizione.... Le Sette Sorelle (società che avevano il monopolio del petrolio) non avrebbero più mantenuto il controllo dell'energia petrolifera ma ciascun  Paese produttore lo avrebbe recuperato. Il colpo iniziale fu l'accordo con l'Egitto e fu la guerra.

Grazie all'intuizione del Mattei fu recuperata una ricchezza che l'Italia possedeva:il metano.

Purtroppo egli aveva nemici non solo nelle  Sette Sorelle ma anche nella politica italiana …  presto iniziarono le insidie verso di lui e verso coloro che, come il Mattei, cercavano di portare l'economia italiana a livello internazionale e non più provinciale. Ho seguito le vicende del Santo Petroliere perché ho vissuto i problemi del dopoguerra e vedevo in lui la speranza di un cambiamento. Purtroppo questa illusione venne stroncata dalla congiura che portò alla sua uccisione … fu una tragedia annunciata perché il pilota tecnico dell'aereo aveva scoperto uno cacciavite perpendicolare al motore qualche giorno prima, ma il segnale non fu seguito da misure precauzionali e la bomba scoppiò. Purtroppo non si ha ancora la versione ufficiale della caduta dell'aereo sul quale viaggiava Mattei.

Oggi la sua storia rispecchia la tragedia dell'Italia del dopoguerra... il Santo Petroliere con intelligenza e intuizione diede un'energia nuova all'Italia. Mi auguro- ha concluso Brunori- che l'insegnamento di Mattei possa illuminare anche i nostri governanti in vista di una ripresa necessaria e doverosa verso quegli italiani che hanno vissuto sacrifici e sofferenze. E' fondamentale che si giunga ad una svolta!”

 

Maria Vera Valastro- Agenzia Stampa Italia

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