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A mani  ferme … perché uno schiaffo non finisce mai!!

(ASI) “Il minore, ai fini dello sviluppo armonioso e completo della sua personalità deve crescere in un ambiente familiare, in un clima di felicità, di amore e di comprensione.” (Preambolo, Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza)

Quanti genitori riescono a garantire una vita serena ai propri figli, risparmiando loro qualsiasi forma di violenza fisica o mentale? La famiglia, che dovrebbe costituire “l'unità fondamentale della società e l'ambiente naturale per la crescita e il benessere di tutti i  suoi membri e, in particolare dei bambini, delle bambine e degli adolescenti” (Preambolo, Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza) spesso si trasforma in un insieme di 'individualità', in cui a prevalere sono l'egoismo e l'indifferenza e a rimetterci sono sempre i figli, frutto di un atto d'amore e bene sacro della nostra società!

In data 27 marzo 2011 a Roma Save the Children, che è impegnata in tutto il mondo per combattere ogni forma di violenza nei confronti dei minori, ha lanciato la Campagna"A MANI FERME. Per dire NO alle punizioni fisiche contro i dei bambini". La campagna rientra nel progetto “Educate, do not punish”, finanziato dalla Commissione europea nell'ambito del programma Daphne III.

“Il progetto e la Campagna hanno come obiettivo principale quello di proteggere i minori dalle punizioni fisiche e dalle altre forme di punizioni umilianti e degradanti in tutti i contesti, compreso quello familiare, promuovendo la genitorialità positiva attraverso azioni di sensibilizzazione”. Il progetto è coordinato da Save the Children Italia ma vede coinvolti altri tre partner europei: Save the Children Svezia, Save the Children Romania e Save the Children Lituania.

La Campagna “A mani ferme”, dopo le varie tappe in territorio italiano, è stata presentata a Perugia in data 24 novembre, presso il Salone d'Onore di Palazzo Donini. Per l'occasione è intervenuta la Presidente della Regione Catiuscia Marini, la quale ha rivolto molti apprezzamenti alla campagna  promossa da Save the Children, che vede la partecipazione di Mixtim (Associazione di promozione sociale, studio e ricerca interdisciplinare sui minori e le famiglie) e di ACP (Associazione Culturale dei Pediatri Umbria), “Questa campagna – ha affermato la Presidente- è importante sia per i cittadini che per la rete delle istituzioni territoriali e locali che hanno in mano una parte delle competenze e delle politiche indirizzate a fare da supporto alla rete delle professionalità che daranno contributo al progetto...”

La Presidente ha anche fatto riferimento al progetto 'Piuma', (Programma integrato di unità multidisciplinare sull'abuso) che nasce da un'iniziativa della Presidenza del Consiglio dei  Ministri a cui la  Regione Umbria fa da capofila, ma assieme a molti soggetti attuatori e partner istituzionali. L'obiettivo è quello di  mettere al centro l'innalzamento della qualità multidisciplinare delle competenze professionali che entrano in gioco in presenza di abusi e violenze sui minori, di individuare tutte le attività di protezione, cura e sostegno a favore dei bambini  vittime di sfruttamento. E' importante  non dimenticare che al centro del progetto vi è sempre il bambino. Purtroppo anche i recenti fatti di cronaca  che hanno sconvolto l'opinione pubblica  spingono ad una riflessione profonda e alla necessità di  mettere a punto un modello di integrazione e multidisciplinarietà anche nella realtà locale. Al termine del suo intervento Catiuscia Marini, su richiesta della Presidente dell'associazione culturale Pediatri Umbria, Carla Berardi, ha garantito il suo impegno personale affinché si giunga al più presto alla nomina del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, (come previsto dalla legge regionale che lo ha istituito).

Oltre alla Presidente della Regione sono intervenuti alla presentazione della Campagna, Arianna Saulini, Responsabile Campagna “A mani ferme”- Save the Children Italia; Carla Berardi, Presidente Associazione Culturale Pediatri Umbria; Maria Teresa Pedrocco Biancardi, Psicologa, Psicoterapeuta dell'infanzia e della famiglia; Celeste Pernisco, Referente dell'Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani; Emilio Duca, Direttore Generale Salute, Coesione Sociale e Società della conoscenza Regione Umbria e Lorella Mercanti dell'Associazione Mixtim (moderatrice).

Dai vari interventi sono emerse tematiche che potrebbero apparire scontate ma sulle quali non ci si sofferma mai abbastanza. Essere genitore è una delle esperienze più straordinarie della vita e, nel contempo, la più dura considerando il carico di responsabilità e i sacrifici da sostenere. Nella vita di tutti i giorni può accadere che la pazienza dell'adulto e la capacità di gestire lo stress vengano messi a dura prova. Ciò innesca reazioni rabbiose che spesso sfociano in atti violenti dei quali i figli sono vittime innocenti. La maggior parte dei genitori pensa che le punizioni fisiche siano di insegnamento per i bambini ma  vari studi internazionali sembrano dire il contrario. Qualsiasi atto violento indebolisce il legame tra genitori e figli, compromette lo sviluppo emotivo del bambino, genera sentimenti di rancore nei confronti dei genitori che i bambini non riescono ad esprimere in modo diretto. Chi subisce punizioni fisiche in età infantile e adolescenziale è probabilmente destinato a diventare un violento, poiché tende ad associare il concetto di normalità ai metodi 'educativi' a cui è stato abituato ! Come possiamo, dunque, instaurare una relazione positiva con i figli, garantendo loro un clima di serenità?

Come riportato nella 'Guida pratica alla genitorialità positiva' è importante creare un'interazione con loro, applicando “ i quattro principi di genitorialità: 1. individuare gli obiettivi educativi di lungo termine. Spesso durante il giorno il genitore vorrebbe che il figlio facesse determinate cose e se ciò non avviene, si tende ad accumulare rabbia. In questi frangenti converrebbe adottare una visione più ampia, concentrandosi sugli obiettivi di lungo termine e cercando di comprendere i motivi del comportamento del proprio figlio.

2. Trasmettere l'affetto e fornire punti di riferimento: è fondamentale garantire al bambino un clima di serenità e un senso di protezione, anche se commette errori. In tal modo il bimbo tenderà ad acquisire maggiori sicurezze e a raggiungere autonomamente i propri obiettivi. 3. Comprendere cosa pensano e cosa provano i figli: è fondamentale che il genitore sia rispettoso del punto di vista e delle capacità effettive del  ragazzo senza alimentare troppe aspettative. 4. Assumere un approccio volto alla risoluzione dei problemi, piuttosto che un atteggiamento violento o rabbioso.

In conclusione possiamo dire che solo l'Amore genera Amore, mentre la violenza non smetterà mai di educare alla violenza. Tutti i bambini sono angeli indifesi e nessuno di noi ha il diritto di tarpare loro le ali. Lasciamoli liberi spiccare il volo verso l'età adulta, non dimenticando che il passato lascia sempre 'il segno'.

 

Maria Vera Valastro – Agenzia Stampa Italia

 
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