L'evento, che è stato accolto in tutta "l'isola smeraldo" e in Gran Bretagna come una svolta storica, avviene a dodici anni dalla pubblicazione del "rapporto Saville", primo passo in cui vennero riconosciute da parte britannica le responsabilità dei propri militari in quella strage.
Le autorità nordirlandesi erano venute in possesso lo scorso novembre di incartamenti definiti "importanti", tali da far stabilire che esistano i "presupposti per avviare un'indagine completa". Si prevede che l'inchiesta possa protrarsi per almeno quattro anni, coinvolgendo circa trenta ufficiali specializzati e un ingente dispendio di fondi pubblici.
Il fronte politico unionista è stato letteralmente sconvolto da questo annuncio. Tom Elliot, ex leader dell'Ulster Unionist Party, lo ritiene "un fulmine a ciel sereno". Il primo Ministro del Nord Irlanda, Peter Robinson (Democratic Ulster Party), considera questa inchiesta la dimostrazione che la PSNI adotti il "due pesi due misure" circa le vittime del conflitto irlandese. "Credo che tutti in Irlanda del Nord riconoscano che chiunque abbia il diritto a vedere fatta giustizia, ma a questo scopo una parte della comunità sta fomentando antagonismo verso la comunità unionista. Dov’è la giustizia per le famiglie (vittime di attentati dell'Ira, NdR) di Kingsmills, Claudy, Le Mon?".
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