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Risorse energetiche e modello di sviluppo

Le Riserve mondiali di petrolio si esauriranno entro 50-70 anni, ma se la richiesta di energia dovesse aumentare, come previsto del 2% all’anno, la durata si contrarrebbe a 30-50 anni.

La disponibilità di Uranio per le centrali atomiche è ancora inferiore perché è stimata in 20-25 anni.

Messe tutte insieme, le forme alternative ad oggi conosciute ( idrico, solare, eolico, marino, biologico, ecc. ) sono in grado di sostituire al massimo un 30%-35% dell’energia totale richiesta.

 

A questo punto sarebbe il caso di fare un bilancio e di proporre dei piani  alternativi per affrontare l’emergenza che certissimamente verrà, ma nessun governo, nessuna assemblea sovranazionale, nessuno al mondo si interessa a un problema che investirà il futuro di tutta l’umanità

Sembra quasi di rivivere gli anni 70-80 in Italia quando i governi spendevano molto al di sopra delle possibilità del Paese e creavano quell’immenso debito pubblico che oggi pesa sul presente e sul futuro dei nostri figli condizionando lo sviluppo e la stessa sopravvivenza di tutti noi.

Eppure, anche allora, nessuno pensava al futuro, nessuno pensava al disastro economico, nessuno si faceva responsabile della dissennatezza di un branco di politici sconsiderati!

Il problema dell’energia si rifletterà sull’intero pianeta  con conseguenze disastrose perché non è possibile spendere molte più risorse di quanto sia sostenibile e pensare di non pagare il prezzo che una siffatta politica insensata produrrà.

Sarebbe necessario rapportare sin d’ora i consumi energetici con la disponibilità delle fonti produttrici disponibili anche se questo vorrebbe dire ridurre drasticamente il tenore di vita e le comodità cui siamo abituati anche perché la situazione è tale che l’alternativa é che alla fine tali cambiamenti ci saranno imposti dalla situazione e se non ci saranno piani per regolamentare il fenomeno ci si troverà dinnanzi al caos più totale con conseguenze drammatiche inimmaginabili.

Invece domina su tutto la logica miope del consumismo più sfrenato che impone di usare sempre nuove apparecchiature che consumano energia con uno spreco immenso, senza minimamente considerare la disponibilità e la sostenibilità per supportare i consumi di energia crescenti.

E’ un atteggiamento stupido ed infantile, quasi animalesco che non proietta nel futuro lo sviluppo delle situazioni in atto, ma che vive la contingenza del quotidiano come se comunque il destino ci riservasse un lieto fine obbligato.

Come sempre succede, a catastrofe avvenuta spunteranno come i funghi i maestrini che affermeranno che la cosa era da prevedersi, che la colpa è di Tizio o di Caio e si daranno suggerimenti di come chiudere la stalla a buoi scappati ..!!

Non servirà a niente!

E’ invece oggi che si deve pensare a come coniugare lo sviluppo all’interno di una disponibilità di fonti energetiche che non sono inesauribili e che si deve studiare il modo migliore per sopravvivere, perché è di questo che si tratta, senza ridursi di colpo ad un disastro che vedrebbe la scomparsa della civiltà così come oggi la consideriamo.

Come in ogni cosa, “prevenire è meglio che curare”.

Saremo capaci di instillare un minimo di ragionevolezza nel meccanismo egoistico del consumismo sfrenato capitalistico?

 

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