(ASI) Il presidente boliviano Morales accusa esplicitamente l'americana Dea (Drug Enforcement Administrator) di controllare, per conto degli Usa, il traffico di stupefacenti che dalla Bolivia giunge nel Nord America: "La Dea non lottava contro il traffico di stupefacenti ma lo controllava per i suoi fini politici.
Lo confermano anche alcuni suoi agenti - prosegue Morales - che hanno raccontato delle atrocità commesse dall'agenzia con il pretesto della lotta alla droga".
Questa sua convinzione lo portò, tempo fa, di concerto con quanto avveniva contemporaneamente nell'Argentina di Kirchner e nel Venezuela di Chavez, ad espellere funzionari e supporti militari della Dea dai propri confini in quanto accusati di ordire complotti ad uso e consumo degli Usa.
Nei giorni scorsi, durante un comizio a Cochabamba, Morales ha ribadito i suoi sospetti nei confronti degli Usa: "Ho timore del governo statunitense. Ho paura perché conosco il loro modo di operare e i loro operatori. Gli Usa hanno tutta l'esperienza per creare situazioni strane. Adesso si stanno preparando per screditarci con il traffico di droga". Inoltre, egli ha spiegato come l'ingerenza statunitense operi costantemente là dove vi siano politiche contrarie ai suoi interessi: "Quando i presidenti non si prostrano al governo degli Stati Uniti, alle sue politiche, (nei loro paesi) ci sono colpi di Stato".
L'ambasciata statunitense a La Paz ha preferito non commentare le parole del presidente Morales.