(ASI) Da uno studio analitico internazionale compiuto da Conflict Armament Research (patrocinato dall'UE ) che ha studiato ed analizzato i bossoli sparsi nelle zone degli scontri, risulta che le armi in dotazione ai Jihadisti dell'ISIS sono state fabbricate in USA, Russia e Cina.
Naturalmente nulla prova che questi stati abbiano venduto direttamente le armi, ma si suppone che esse provengano in parte dagli arsenali di Saddam Hussein che dopo l'intervento americano sono stati in balia dei vari gruppi che si contendevano il controllo in Iraq e parte sono state sottratte all'arsenale di hassaad in Siria, o dopo attacchi oppure per la corruzione di funzionari statali.
Sempre nello studio del Conflict Armament Research si legge che in seguito ai furti di armi commessi dallo Stato Islamico a danno dell'esercito iracheno, il Congresso americano si è fatto carico di nuove forniture di armi e munizioni ai militari iracheni e ad alcuni gruppi siriani, limitandosi a richiederne il controllo al Dipartimento di Stato. Controllo non privo di errori perché nel 2007 Washington ha pubblicato un rapporto che evidenziava lo smarrimento di 190mila armi in Iraq che molto probabilmente hanno equipaggiato un esercito.
La Russia era stata la fornitrice di armamenti di Bashar al-Assad, che fornisce tuttora ed di qui il passaggio dagli arsenali siriani all'ISIS.
Alessandro Mezzano - Agenzia Stampa Italia