(ASI) Il Dalai Lama ha detto che potrebbe non reincarnarsi in Tibet se questo non fosse libero dal dominio cinese e che nessuno può scegliere il suo successore solamente per fini politici.
Ma il Governo cinese, che accusa il Dalai Lama di essere un separatista, pretende che vengano rispettate le tradizioni. In un’intervista rilasciata al giornale tedesco Welt am Sonntag, il Dalai Lama ha detto che la tradizione potrebbe finire con lui. Il Governo cinese non è d’accordo. Dopo la fuga in esilio del Dalai Lama, nel 1959, la Cina ha sempre visto questa figura come una spina nel fianco, definendolo “un lupo travestito da monaco”. In effetti, le tradizioni religiose del Tibet sono sempre tenute sotto stretto controllo dal Governo cinese. Nel 1995, dopo che il Dalai Lama aveva nominato un ragazzo quale reincarnazione del precedente Panchen Lama, la seconda carica nel buddismo tibetano, la Cina ha messo quel ragazzo agli arresti domiciliari e designato un altro al suo posto, il quale trascorre la maggior parte del suo tempo a Pechino. Secondo la credenza buddista tibetana, l’attuale Dalai Lama è la reincarnazione di un Lama del passato che ha deciso di rinascere nuovamente per continuare il suo importante lavoro invece di lasciare la ruota della vite e passare a dimensioni superiori. Una persona che decide di rinascere continuamente viene chiamata “tulku”. I buddisti credono che il primo tulku di queste reincarnazioni sia stato Gedun Drub, vissuto tra il 1391-1474 e il secondo Gendun Gyatso. Tuttavia, il titolo di Dalai Lama, che significa Oceano di Saggezza, è stato conferito a partire da Sonam Gyatso nel 1578 (terza reincarnazione). Dal 17° secolo il Dalai Lama è stato anche il capo politico del Tibet. L’attuale Dalai Lama, il 14°, ha mantenuto in esilio la carica di Capo dello Stato fino alle sue dimissioni nel marzo del 2011. Il processo di identificazione di un Dalai Lama reincarnato è ricco di secoli di tradizione e può richiedere molti anni di ricerca. Dopo la morte di un Dalai Lama veniva incaricato un Alto Lama della tradizione Gelugpa, unitamente al Governo tibetano, di trovare il bambino nel quale si era reincarnato. Una volta individuato, venivano mostrati al fanciullo una serie di oggetti fra i quali alcuni appartenuti al defunto Dalai Lama. Se sceglieva solo quelli, era segno che il bambino era il nuovo “tulku
Redazione Agenzia Stampa Italia