Andrei Sakharov.
L'esposizione mostra la brutalità della vita dei Gulag: la fame, le malattie e le temperature estreme erano compagni di tutti i giorni dei prigionieri. Punizioni brutali ed esecuzioni casuali erano all'ordine del giorno. Durante gli anni della seconda guerra mondiale, un prigioniero su cinque è morto a causa della malnutrizione. Memorial ha raccolto migliaia di oggetti di ex prigionieri: lettere personali, documenti ufficiali e fotografie. Non mancano poi le interviste ai sopravvissuti. L'archivio dell'agenzia è enorme, con più di due milioni e mezzo di profili e biografie di ex prigionieri.La mostra è stata finanziata dal governo tedesco ed è stata allestita grazie anche all'aiuto della fondazione che gestisce i monumenti dei campi di concentramento di Buchenwald e Mittelbau-Dora.
Ma proprio i fondi tedeschi sollevano proteste da parte di Vladimir Putin, secondo il quale l'agenzia Memorial avrebbe violato una legge russa in merito alle associazioni che ricevono sostegno economico dall'estero. Stando a questa norma il Memorial dovrebbe qualificarsi come 'agente straniero', definizione che, tuttavia, non va giù a Irina Sherbakova, storico e co-fondatore dell'agenzia, che ricorda come la parola 'agente' fosse il più diffuso e generico capo d'imputazione per gli arresti e le deportazioni nei Gulag. Conflitto in termini tra Memorial e Mosca? Forse più una questione di sostanza: secondo Sherbakova, infatti, il Memorial potrebbe tranquillamente fare a meno dei fondi esteri se il governo russo decidesse di sostenere seriamente l'attività di un'associazione che si occupa solo di ricostruire una pagina drammatica di storia non solo russa ma dell'intera umanità.
Marco Petrelli - Agenzia Stampa Italia