(ASI) Durante l’udienza generale di mercoledì 27 agosto, Papa Leone XIV ha pronunciato parole di straordinaria fermezza e compassione, condannando apertamente le violenze in corso nella Striscia di Gaza e prendendo le difese dei patriarchi cristiani che hanno denunciato i crimini commessi dall’esercito israeliano.
Davanti a migliaia di fedeli riuniti in Aula Paolo VI, il Pontefice ha invocato il rispetto del diritto umanitario, chiedendo con forza la fine dell’uso indiscriminato della forza, il cessate il fuoco permanente e la protezione della popolazione civile⁽¹⁾⁽²⁾.
«Supplico che siano liberati tutti gli ostaggi, che si faciliti l’ingresso degli aiuti umanitari, e che non si ricorra alla punizione collettiva o allo sfollamento forzato», ha dichiarato il Papa, facendo eco alla dichiarazione congiunta dei due patriarchi di Gerusalemme, Teofilo III e il cardinale Pierbattista Pizzaballa, che il giorno precedente avevano levato un grido accorato contro l’evacuazione forzata delle comunità cristiane di Gaza⁽¹⁾.
Il Pontefice ha espresso profonda solidarietà ai religiosi rimasti nella Striscia, in particolare alla comunità della Chiesa della Sacra Famiglia e a quella ortodossa di San Porfirio, già colpita dai bombardamenti. Padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia, ha ribadito il rifiuto di abbandonare i fedeli, tra cui bambini disabili, anziani e malati gravi: «Non andiamo a sud, equivarrebbe a una condanna a morte»⁽¹⁾.
La Santa Sede, attraverso il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, ha confermato il pieno sostegno all’appello papale, denunciando gli interessi politici ed economici che ostacolano una soluzione umana alla tragedia in corso. «La scelta di rimanere è coraggiosa», ha affermato Parolin, sottolineando l’eroismo dei religiosi che resistono all’ordine di evacuazione imposto da Israele⁽³⁾.
Con questo intervento, Papa Leone XIV ha riaffermato il ruolo della Chiesa come voce profetica contro l’ingiustizia, schierandosi con decisione al fianco dei più vulnerabili e dei leader spirituali che, con coraggio, denunciano le violazioni dei diritti umani. Un appello che risuona forte nel cuore della cristianità e che chiede al mondo di non voltarsi dall’altra parte.



