(ASI) Monza- Lì, sul gradino più alto del podio, Lewis Hamilton, pardon Mr. Pole, scatta un selfie con il popolo della Ferrari che lo fischiava e gli gridava di tutto alle spalle. Il tre volte campione del mondo inglese di Formula Uno lo aveva detto alla vigilia. «Toglierò il sorriso dalla faccia di Vettel». In quello non è riuscito. Seb, che con la Rossa a Monza non ha mai vinto, consolava i suoi con un «arriviamo, arriviamo» più ingenuo che ottimista, mentre il rivale era riuscito a togliere il buonumore a tutti gli altri. A Sergio Marchionne, che nel suo pragmatismo ha espresso dolorosi commenti.
«Favoriti nel prossimo Gran Premio di Singapore?», ha chiesto ai giornalisti. «Essere favoriti non significa un tubo, ora mi stanno girando le palle».
Al premier Paolo Gentiloni che ha seguito la gara dalla scuderia Ferrari, con molti testimoni che hanno raccontato delle sue imprecazioni al sorpasso di Ricciardo su Raikkonen. Al popolo della Rossa, che ogni anno a Monza spera di festeggiare una vittoria.
Mai sconfitta così dura invece, e proprio nel 70esimo anniversario della scuderia. Quasi un’onta il giro d’onore concesso alle due Mercedes a fine gara. La Ferrari arriva, come dice Vettel, ma lo fa con circa 30 secondi di ritardo rispetto a Hamilton e Bottas. Tutti sapevano che i rettilinei di Monza avrebbero agevolato le frecce d’argento, ma la pioggia del sabato doveva dare ossigeno alle Rosse. Cosa che non si è verificata per chi a livello tecnico è ancora inferiore, in ragione di troppi errori. Hamilton con la 69esima pole position sapeva di essere l’unico a poter perdere questa gara. La partenza timida dei Ferraristi ha poi permesso a Bottas di resistere alle incursioni degli inseguitori e di mettersi alle spalle del compagno, in uno smacco che porta la casa automobilistica della stella in testa a entrambe le classifiche, piloti e costruttori.
Il 19 settembre non si può sbagliare. Singapore è la pista ideale per la riscossa. Attenzione solo agli strascichi del pessimismo, che quest’ultimo risultato può raccogliere. Le divisioni non portano giovamento e ora è fondamentale non scoraggiarsi, se in classifica Hamilton è a solo tre lunghezze davanti a Vettel. Alla Ferrari stavolta è mancato tutto, dalla strategia, alla scelta degli pneumatici, all’aggressività dei piloti in pista, soprattutto alla partenza. Ma il tutto non è così lontano, se si continua a lavorare sodo senza eccessivi preziosismi. La Ferrari porta un nome pesante, ma deve essere cosciente dei suoi limiti. Per questo in caso di curve e pioggia ogni agente avverso alla superiorità Mercedes non può essere sciupato. È il primo confronto aperto a sole 7 gare dalla fine dopo tanti campionati di domini unilaterali. Perché mandare tutto fuoripista proprio adesso?
Lorenzo Nicolao – Agenzia Stampa Italia
Foto di Lorenzo Nicolao