(ASI) Parte da Varese e abbraccia quattro diverse società paralimpiche di Lombardia, Emilia Romagna e Sardegna, un nuovo e ambizioso progetto dedicato al nuoto che ha nel mirino le Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016
La Polha Varese è un'associazione con più di trent'anni di storia dedicata alla pratica e alla promozione dello sport per persone con disabilità. Di solito il fine anno coincide con i bilanci e i buoni propositi. In casa Polha è invece il tempo di partire con una nuova avventura che guarda lontano ma neanche tanto: Paralimpiadi 2016, Rio de Janeiro. Difficoltà e problemi gli stessi di sempre al pari anzi, come sempre, superati da passione ed entusiasmo. L'idea è già diventata un progetto, denominato "AcquaRio 2016", che per modalità e contenuti almeno in Italia rappresenta una novità assoluta. Un'idea che parte da molto lontano come racconta la presidente della Polha Varese, Daniela Colonna Preti.
"La nostra volontà di collaborare con altre realtà sportive facendo convergere le energie su progetti comuni nasce nel 1997 quando entrammo a fa parte di una Assemblea Provinciale Sport Disabili costituita dalla Provincia di Varese. Da quel primo passo si arrivò al 2004, quando il progetto prese l'attuale nome di "Sport SI Può – Corsi di Nuoto per alunni disabili" " e la Provincia decise di affidarne la gestione alla nostra associazione. Oggi il progetto si è molto ampliato fino ad arrivare ai "numeri" dell'edizione 2015: 6 Piscine, 13 Comuni coinvolti, 47 Scuole tra elementari e medie, 210 utenti, 35 istruttori specializzati, 15 volontari, per un totale di 95 giorni di lezione e 220 turni in acqua nell'arco dei mesi da gennaio a maggio".
Un impegno mantenuto e cresciuto negli anni dalla Polha, - unitamente alle altre attività svolte - secondo Centro di Avviamento allo Sport Paralimpico in Italia per numero di discipline praticate: atletica leggera, bocce, nuoto, handbike, kayak, sledge hockey, tennis tavolo e tiro a segno.
"Un impegno tanto gratificante quanto gravoso sotto l'aspetto economico – sottolinea la presidente – in quanto, tra l'altro, comporta – oltre che l'adesione al Comitato Italiano Paralimpico – anche il tesseramento con ben sette diverse federazioni sportive: Ciclistica, Tennis Tavolo, Sport Ghiaccio, Canoa Kayak, Sport Paralimpici e Sperimentali, Nuoto Paralimpico, Sport Disabilità Intellettiva Relazionale e Centro Sportivo Italiano.
Il problema economico dei tesseramenti è una delle controindicazioni generate dalla tanto sospirata integrazione.
"Se per atleti di alto livello paralimpico l'inserimento nelle federazioni olimpiche può avere un senso, per i principianti e i non agonisti non lo è assolutamente. Le federazioni olimpiche non hanno programmi di avviamento allo sport per i nostri atleti, non hanno tecnici abilitati, non hanno esperienza e continuano a tenerci in un angolino, lasciandoci fare abbastanza in autonomia la nostra attività, senza darci contributi economici e facendosi vive solo quando emerge qualche talento. Non è un caso se quelle con le quali si lavora meglio sono quelle paralimpiche costituite perché le federazioni 'normo' non ci hanno voluto. Su tutte la FINP il cui gruppo dirigente ha dimostrato di saper ascoltare le esigenze della base, grazie anche al lavoro dei delegati regionali e alla collaborazione tra società che porta a far emergere i problemi comuni.
La FINP è una delle poche realtà, insieme alla FISPES, nelle quali ci sentiamo in famiglia. Invece, nelle federazioni olimpiche siamo delle inutili formichine, non inserite e tantomeno integrate".
Naturale quindi che il progetto 'AcquaRio' sia dedicato al nuoto paralimpico.
"Infatti. AcquaRio 2016 è un progetto di nuoto paralimpico finalizzato a sostenere la preparazione di atleti di eccellenza. Il progetto unisce in un unico Team 7 atleti di 3 Regioni - Lombardia, Emilia Romagna e Sardegna- tesserati in 4 società sportive paralimpiche: Polha Varese, Polisportiva Bresciana, Ego Nuoto Parma e SASPO Cagliari. Il progetto è di assoluto carattere pioneristico perché unisce più realtà territoriali senza che nessuno ne perda in identità, comprende alcuni dei più forti nuotatori Paralimpici al mondo, non è un progetto chiuso ed è all'avanguardia dal punto di vista scientifico. Con risorse economiche adeguate, potrebbe offrire collaborazioni internazionali. Inoltre coniuga la preparazione sportiva alle esigenze di studio e lavoro dei singoli componenti.
AcquaRio ha quindi l'obiettivo ambizioso di cambiare la visione dello sport paralimpico portandolo ad un livello più alto in tema di assistenza sanitaria e preparazione tecnica, con l'obiettivo finale della qualificazione alle Paralimpiadi di Rio 2016.
La POLHA Varese recita il ruolo di capofila potendo contare su uno staff tecnico di prim'ordine e un atleta paralimpico di valore assoluto come Federico Morlacchi.
Il Team nasce, quindi, dalla collaborazione tra quattro società sportive per disabili ed ha come fulcro Milano, dove i sette atleti si allenano, vivono, studiano o lavorano, insieme. Oltre a Morlacchi, ci sono le sue compagne di nazionale Arianna Talamona, Giulia Ghiretti e Arjola Trimi. Solo questi quattro atleti sono stati capaci di vincere 12 medaglie individuali sulle 18 conquistate dall'Italia ai Campionati Europei 2014 di Eindhoven. Con loro, anche Susanna Ferrante, Alessia Berra e Francesca Secci.
Coordinamento, programmazione, salute e supporto tecnico per gli atleti. Un impegno totale che è nelle potenzialità della FINP e delle quattro società coinvolte. L'ostacolo più difficile resta il budget.
Un problema cronico con il quale siamo ormai abituati a convivere. A questo si aggiunge la necessità di incastrare gli atleti in spazi acqua quotidiani e adeguati nelle varie piscine di Milano e zone limitrofe compatibilmente agli impegni di studio e lavoro di ognuno. Grazie al nostro responsabile tecnico Massimiliano Tosin siamo riusciti a racimolare qualche spazio e qualche corsia per tutto il semestre universitario. Inoltre, vorremmo sempre offrire agli atleti allenamenti e staff adeguato composto di regola da allenatori, preparatori atletici, psicologi e medici sportivi), un abbigliamento che li identifichi come Team ma anche come singole società di appartenenza.
La possibilità di partecipare alle gare utili per arrivare al meglio agli appuntamenti importanti. Un rapporto diretto e proficuo con i media per promuovere il progetto e di conseguenza il movimento intero.Insomma, chiunque abbiamo incontrato o è a conoscenza di "AcquaRio" è d'accordo nel definirlo 'pioneristico'. Speriamo che in tempi brevi tutta questa considerazione si trasformi in un sostegno concreto capace di supportare e gratificare l'impegno che non da oggi dimostrano operatori qualificati, volontari e non ultimi i ragazzi e le loro famiglie".