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(ASI) Delusione e incredulità. Il Perugia toppa a Pisa e si ribalta la situazione: adesso sono i toscani che al Curi avranno due risultati su tre buoni per passare in finale. Insomma, conterà solo vincere per continuare il sogno. Fin dalle prime battute il Grifo è intorpidito, cloroformizzato e cincischia. Il Pisa è invece tonico, determinato, cinico e accanito. Non c'è palla su cui gli uomini di Pagliari non corrano, non c'è contrasto su cui non si buttino alla morte. Fanno esattamente e con puntualità certosina quello che hanno preparato: intasano le fasce impedendo a Politano e Fabinho di creare superiorità numerica; fanno lanci lunghi e precisi per i loro avanti e così eludono il pressing dei grifoni; ripartono in maniera sempre ficcante e i loro avanti Gatto e Scappini mettono sempre in apprensione i centrali difensivi umbri. E il Perugia? Praticamente in confusione totale. Le fasce non girano, ma i centrocampisti non ne approfittano al centro. La difesa spesso è incerta, Ciofani riceve solo palle da dietro e vaga sperduto negli ultimi trenta metri del campo. Difficile trovare un perugino degno della sufficienza. E la cosa che indispettisce è che era già tutto previsto: si sapeva bene che il Latina avrebbe giocato esattamente così e che il Perugia avrebbe dovuto trovare opportuni diversivi. Invece, i primi 45 minuti terminano senza che il Perugia trovi mai il verso del filo e il secondo gol di Gatto a otto secondi dallo scadere del recupero sembra già essere il sigillo su una disfatta inopinata. Nella ripresa l'inerzia della partita non cambia sostanzialmente e solo un'iniziativa di Moscati dimezza lo svantaggio e riapre i giochi. I grifoni riprendono un minimo di coraggio ma non perdono il vizio di essere leggeri nei momenti topici e ci vuole la bravura di Koprivec per evitare il terzo gol dei toscani con una deviazione miracolosa sul palo su tiro ravvicinato di Rizzo. Passata la paura, il Grifo potrebbe giocare sull'incertezza ingenerata nei Pisani dal gol di Moscati. Ma Massoni, in evidente difficoltà nella marcatura, si fa ammonire per la seconda volta e lascia i compagni in dieci. Nonostante l'inferiorità, il Perugia tira fuori almeno una reazione nervosa, comincia a proporsi, crea qualche situazione pericolosa. Il rammarico è che, quando anche il Pisa cala, il Perugia non può giocarsi tutte le sue carte perché ha l'uomo in meno. Alla fine, Camplone dice che al ritorno il Perugia non potrà che dare il meglio, perché giocherà per vincere, che è la situazione ottimale per le caratteristiche della squadra. Santopadre ha chiamato tutti a raccolta per restituire ai pisani l'accoglienza ambientale che hanno fatto trovare all'Arena Garibaldi. Dai giocatori e dallo staff tecnico si aspetta ora una prova di maturità, di personalità e di carattere per non smarrire le speranze. Sarà una partita difficile, ma il Perugia ha i mezzi per venire a capo. A patto che giochi con la determinazione, la lucidità e l'intelligenza che oggi sono mancate.

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia

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