(ASI) Nel 2010, Silvano Vinceti, presidente del “Comitato Nazionale per la valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali”, asserisce che negli occhi della Gioconda e sotto il ponte sullo sfondo vi siano dei piccolissimi caratteri:conclude che si tratti di una L, una S eun numero, il 72.
A partire dal 2011, la storica dell’arte Carla Glori ritiene che nel dipinto vi sia un effetto anamorfico che compone le lettere G ed S, ad indicare il nome di Giovanna (Bianca) Sforza, e che il 72 indichi il ponte di Bobbio (cittadina in provincia di Piacenza, ove la dama villeggiava) crollato nel 1472 e ricostruito a partire da quello stesso anno.
L’antropologo dei simboli Teodoro Brescia, in un recente studio (pubblicato nel libro Un rebus nella Gioconda), sostiene che i minuscoli caratteri nel dipinto, se letti allo specchio (come nello stile di Leonardo), formino un vero e proprio rebus statico che compone il nome completo di Giovanna Bianca Sforza. La dama è la figlia primogenita di Ludovico il Moro, duca di Milano e mecenate di Leonardo; e Da Vinci è un pioniere anche nell’arte dei rebus: ne scrive oltre 170, quasi tutti proprio per il Moro. L’ultima parola del rebus troverebbe inoltre conferma nell’incipit della prima edizione dei Promessi Sposi di Manzoni (che già, com’è noto, ha dato il volto della Gioconda alla protagonista del suo romanzo). In tal caso, il ponte ritratto sarebbe quello di Lecco e il paesaggio raffigurerebbe i due rami del Lago di Como. Il rebus individuato è stato recensito dalla rivista nazionale dell’ARI (Associazione Rebussistica Italiana) che, non a caso, porta il nome di Leonardo.