(ASI) Il Green pass così come strutturato e applicato dal governo italiano è gravemente illegittimo e contrario al diritto dell’Unione Europea. Il Regolamento del Parlamento e del Consiglio Europei, n. 953/2021, all’articolo 36, prevedono espressamente che il green pass serve soltanto per i viaggi transfrontalieri e che nessuna discriminazione può essere operata tra chi si è vaccinato e chi non l’ha fatto, sia perché non ha potuto sia perché non ha voluto.
Lo stesso Decreto legge 52/2021 del Governo Italiano, che dettava le regole minuziose del passaporto verde, dichiarava all’art. 9, comma 9, che le sue previsioni avrebbero avuto efficacia sino alla pubblicazione del Regolamento Europeo. Nonostante ciò e nonostante l’uscita della norma dell’unione il 15.6.2021, con Regolamento 953 e 954 del 2021, l’Italia, in spregio dei Trattati Europei, che prevedono la superiorità del Regolamento rispetto alla legge nazionale, ha emanato il Decreto Legge del 16.9.2021, prevedendo l’obbligo di esibire il Green Pass nei luoghi di svago e, ancor peggio, nei luoghi di lavoro.
Il Decreto Legge citato va contro gli articoli 1, 2 e 4 della Costituzione della Repubblica Italiana, in quanto impedisce, contro la norma Europea, di svolgere le normali attività lavorative, poste a base dell’intera Repubblica dall’articolo 1, discriminando i lavoratori, che legittimamente non vogliono vaccinarsi, impedendo loro di frequentare i luoghi e i colleghi di lavoro.
Ma il particolare più grave, oltre alla inspiegabile disobbedienza ai patti con l’Unione, è data dalla fraudolenta omissione, nella traduzione italiana del considerando 36, Reg. 953/2021, della frase presente in tutte le lingue relative al desiderio di non vaccinarsi: “e coloro che non intendono farlo”.
Come più volte ha sottolineato il filosofo Giorgio Agamben, l’Italia non è nuova a episodi di sperimentazione politica ma forse oggi la popolazione è chiamata a fidarsi di meno di chi detiene il potere e a indagare con passione la realtà e le mistificazioni di chi non ha a cuore il destino del popolo.
Francesco Maiorca – Agenzia Stampa Italia