I paperoni del XXI secolo, gli indigenti , e gli invisibili. La crisi economica del 2008 a confronto con quella della pandemia.

infezione(ASI) La crisi economica legata alla pandemia sta si sta diversificando. Dal punto di vista economico le classi sociali risentono di flessioni negative. La frangia dei più ricchi, tende a rimanere sugli stessi livelli.

La classe media vede esaurirsi e assottigliarsi, subendo un impoverimento. I poveri  restano quelli con maggiori disagi e sofferenze. Vediamo come i detentori di cospicua ricchezza si identificano in pochi paperoni. Questi detengono circa il 7% del patrimonio mondiale; personaggi che rappresentano alcune famiglie collegabili a linee di discendenza moderna o centenaria. Oltre alle elite secolari, considerate dell’ “aristocrazia nera”, che spadroneggiano dai vertici del potere, troviamo i nuovi ricchi, ovvero coloro che sono a capo delle aziende innovative nel settore dell’informatica e dell’elettronica di avanguardia. Si concentrano secondo le stime di Piazza Affari negli Stati Uniti ed in Cina, e vedono raddoppiare il loro patrimonio, che è in costante crescita. Durante la pandemia globale, che sta intaccando tutti gli indicatori economici, questi colossi continuano indisturbati la loro crescita finanziaria. In Italia i più ricchi hanno incrementato il loro patrimonio del 40% durante il periodo di confinamento.

Il divario tra benestanti e poveri si sta dunque allargando. Secondo una stima della Banca Mondiale, i più indigenti sarebbero 115.000.000. Le diseguaglianze non sono una novità, ma negli ultimi decenni i colossi del web hanno avuto la meglio, portando ad un conseguente oblio le altre attività che fino a 10 anni fa andavano ad incrementare la “piccola e media borghesia” che sembra oggi prendere parte ad un processo di lento decadimento. La crisi del 2008, aveva visto il fallimento delle banche con un conseguente accrescimento di disoccupazione e povertà. Lo squilibrio era tra i più giovani senza lavoro. La crisi della pandemia, colpisce invece i più fragili, andando ad aumentare le diseguaglianze. Si tratta di problematiche legate alle salute, come l’accesso ai sistema di cura . Il Professor Claudio Lucifora, fa chiarezza sulle problematiche che la classe media sta subendo: “Nelle crisi precedenti, i lavoratori autonomi erano in qualche maniera più protetti”. Nella tempesta perfetta dei periodi di restrizione, con diminuzione di domanda e crollo di consumi, questi lavoratori si trovano all’angolo con i pugni chiusi.

Consideriamo come i problemi legati alla povertà sfocino nella delinquenza e nelle attività illegali come vedremo più avanti. Tuttavia degli spiragli positivi si registrano grazie alle chiusure positive delle borse di Wall Street. Il rimbalzo positivo degli ultimi mesi è arrivato a Milano facendo chiudere Piazza affari con segni positivi, così anche nelle altre capitali di Europee. In Italia secondo quanto riporta l’Istituto Nazionale di Statistica : “Sono quasi 1,7 milioni le famiglie in condizione di povertà assoluta con una incidenza pari al 6,4% (7,0% nel 2018), per un numero complessivo di quasi 4,6 milioni di individui (7,7% del totale, 8,4% nel 2018).Dopo quattro anni di aumento, si riducono per la prima volta il numero e la quota di famiglie in povertà assoluta pur rimanendo su livelli molto superiori a quelli precedenti la crisi del 2008-2009. Stabile il numero di famiglie in condizioni di povertà relativa: nel 2019 sono poco meno di 3 milioni (11,4%) cui corrispondono 8,8 milioni di persone (14,7% del totale).

 

 

a crisi è quindi imperante dobbiamo considerare come già accennato, che l’impoverimento è causa diretta di problemi sociali. Da non sottovalutare la piaga dell’alcolismo, la proliferazione della prostituzione, della droga e di scontri tribali tra gruppi di persone nelle zone più malfamate. In aumento anche i casi di senza fissa dimora, i senza tetto. Invisibili che perdono la casa il lavoro e sono costretti a vivere per strada o nei ricoveri.

Massimiliano Pezzella – Agenzia Stampa Italia

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