(ASI) Non è facile calzare gli abiti dei tifosi del Siena, da sempre piazza calorosa e passionale. La nuova Acn Siena 1904 - questo il nome scelto dall’attuale proprietà - è ripartita dal campionato di serie D con l’obiettivo, secondo gli esperti sparsi nel globo terraqueo, di risorgere dalle paludi melmose in cui il fallimento ha riversato la cara e vecchia Robur.
Alcune scelte dell’attuale proprietà non sono piaciute ed alimentano dibattuti. Nome a parte, a destare parecchie perplessità nell’animo dei tifosi più accaniti, è il nuovo logo che, dopo 116 anni di onorato servizio, ha mandato in esilio i gemelli Senio ed Ascanio.
Triste destino per i fondatori della città, piuttosto abili a sfuggire alla mano assassina di zio Romolo, ma costretti ad arrendersi al nuovo - e brutto - che avanza. Stessa sorte per la bella lupa capitolina che, dopo tutto questo tempo al fianco dei gemelli, si sentirà sola ed abbandonata.
È un calcio sempre più frenetico e meno romantico, dove gli interessi non tengono neanche più conto della storia di una città e del suo club. Le uniche soddisfazioni arrivano dal rettangolo verde, dove l’undici di Gilardino ha sconfitto l’Ostia Mare per 2-1. Per l’occasione i calciatori hanno sfoggiato una maglia a scacchi bianca e nera con nuovo logo al centro.
Un pugno nell’occhio per chi crede nel rispetto di storia e tradizioni. Vallo a spiegare ai signori del business che quando una tradizione raccoglie abbastanza forza per andare avanti nei secoli, non può essere cancellata in un giorno solo. Dovrebbero conoscere Chinua Achebe, poeta e scrittore nigeriano. Dovrebbero...
Raffaele Garinella - Agenzia Stampa Italia
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