(ASI) Il bicchiere nerazzurro è vuoto. Completamente, senza girarci attorno, senza giri di parole. Qualcuno, forse eccessivamente ottimista, dirà che è mezzo pieno, che Conte ha fatto il massimo, ma la verità è un’altra. La stagione dell’Inter può ritenersi insoddisfacente. Solo la conquista dell’Europa League ribalterebbe l’attuale giudizio e mitigherebbe le delusioni per qualcosa che avrebbe potuto essere ma che non è stato. Il calcio, è noto da sempre, vive anche e, soprattutto, di risultati.
Restano da comprendere i problemi radicati nell’Inter. Difficili da spiegare, forse servirebbe un team composto da Freud e Jung, ma Conte è in buona compagnia. Altri allenatori importanti, si pensi a Marcello Lippi - solo per citarne uno tra i più titolati in carriera - hanno toppato in nerazzurro. Il Paul Newman nostrano finì col rimanere stritolato dal biscione salvo poi farsi consolare dall’abbraccio familiare della vecchia signora. Ritrovò se stesso, tornarono i successi di sempre.
Non è un verdetto definitivo, Conte ha un lungo contratto e potrebbe consolarsi rammentando l’antico maestro, Giovanni Trapattoni. Il Trap non vinse alla prima stagione interista, ma fu costretto ad attendere tre anni. Col lavoro nacque l’Inter dei record, abile nel conquistare una supercoppa italiana ed una coppa Uefa. Magari nascerà l’Inter di Conte, ma questa squadra è ancora ad uno stato embrionale.
Non è ancora ad immagine e somiglianza del mister, ma è la solita pazza Inter, magistrale nel gettare al vento la clamorosa occasione di avvicinarsi al secondo posto, incredibilmente abile nel perdere una partita che poteva e doveva solo vincere. Meriti anche di Mihajilovic e del suo Bologna, coriaceo e grintoso proprio come il suo allenatore.
E se il bicchiere nerazzurro è vuoto e c’è ben poco da festeggiare, qualcun altro dalle parti di Certaldo starà brindando con dell’ottimo vino. Ma non alle difficoltà dell’Inter, non lo farebbe mai, perché ha sempre dimostrato attaccamento ai colori nerazzurri, e l’Inter gli è rimasta cucita addosso. Brinderà solo al suo ottimo lavoro, a due anni intensi, alla duplice qualificazione in Champions League centrata dopo anni di nulla, e a meriti che qualcuno ha sottovalutato troppo in fretta.
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Raffaele Garinella - Agenzia Stampa Italia