(ASI) Nel mercoledì successivo alla eliminazione dell’Inter dalla Champions League, se ne sono lette di tutti i colori.
Fallimento, questa la parola adoperata con maggiore frequenza da addetti ai lavori e non. Eccessiva,-ci sia consentito-, perché l’Inter non ha fallito. È stata eliminata per una rete in trasferta realizzata dal Tottenham. Se a Milano i nerazzurri avessero vinto 3-1 a quest’ora staremmo parlando di impresa.
Crediamo sia giusto, doveroso, forse più opportuno, parlare di approccio mentale parzialmente sbagliato contro il PSV.
Si è forse pensato troppo,- e questo lo hanno fatto quasi tutti-, alla correttezza del Barça,-mai messa in discussione dai nerazzurri-, quando invece bisognava concentrarsi maggiormente su Lozano e compagni. Inutile piangere sul latte versato, Spalletti è chiamato ad un pronto riscatto, a continuare quel percorso di crescita cominciato nell’estate 2017. Perché l’Inter è cresciuta, nonostante qualcuno si ostini a dire o scrivere il contrario.
L’arrivo di Marotta ha portato a fantasticare sugli arrivi di questo o quel calciatore, senza dimenticare le voci ricorrenti su diversi allenatori. E così, dopo Modric, ecco leggere i nomi di Barella e Chiesa, tutti agli ordini di Conte, o di Simeone. Se l’udito ancora non inganna, Marotta ha parlato di Spalletti in termini positivi, segno questo che supporterà il tecnico.
Si badi bene, dunque, supportare è ben diverso da sopportare. Non vorremmo che qualcuno possa aver mal interpretato le parole del neo dirigente interista. Supportare, sostenere il tecnico in questo percorso di crescita della squadra.
Spalletti è chiamato a conquistare l’accesso alla prossima Champions League,-il terzo posto è d’obbligo-, e a percorrere un ottimo cammino in Europa League. Napoli, Arsenal, Siviglia, Chelsea, più una sorpresa tedesca, queste le candidate alla vittoria finale.
Il pensiero di poter raggiungere le semifinali della competizione deve essere ricorrente. In Europa League non bisogna sottovalutare nulla altrimenti si corre il rischio di collezionare brutte figure.
Si ripensi al 2016/17, e si guardi alla voce Beer Sheva, che non è una birra inventata da Ševčenko, ma la squadra israeliana che ha sconfitto i nerazzurri nella competizione.
Marotta ha definito Spalletti un ottimo allenatore, cominciando a prendere dimestichezza con l’ambiente nerazzurro. Prime esultanze,-si veda Inter-Udinese-, e prime frecciate partite da Torino.
A proposito del neo dirigente interista, pare che una volta entrato nella storica sede dell’Inter sia stato immediatamente avvicinato da Ausilio e Zanetti.
I due gli avrebbero spiegato il significato del termine “cadrega”, onde evitare fraintendimenti, ed illustrato il numero esatto degli scudetti conquistati della Juventus. Doveroso e necessario, visto che l’insediamento dell’ex juventino è avvenuto nel medesimo giorno in cui la corte di cassazione ha rispedito all’ombra della Mole il ricorso dei bianconeri per lo scudetto del 2006.
Ma ricordate, miei cari lettori, la notizia di questo incontro è di prima mano, molto ufficiosa. Resti tra noi, confidenziale, quindi zitti, zitti…
Raffaele Garinella-Agenzia Stampa Italia
@ga_raf