(ASI) Il premier Renzi si prepara a varare una maxi rivoluzione. Già con il ministro Gelmini era stata avviata una riforma della scuola, anche se, per i nuovi promotori, è la prima volta che un premier se ne occupa da un punto di vista non unicamente economico.
Filo conduttore di ogni governo, comunque, la promessa di dare un posto di lavoro a tutte quelle persone che si sono preparate una intera vita ad insegnare.
Dopo un lungo itinerario tra le aule della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Decreto "Buona Scuola" si prepara ad essere votato in Parlamento, il 14 maggio 2015.
Cardine della riforma, dal punto di vista organizzativo e gestionale, la nuova figura del preside. Il capo della scuola, secondo Renzi, è finito col diventare un passacarte. Il capo del Consiglio dei Ministri lo vuole trasformare in manager, in un leader, in grado di governare la sua scuola col taglio della multinazionale. Ma non sarà solo in questo arduo compito. Il collegio dei docenti ed il consiglio d'istituto sono lì pronti ad aiutarlo. Ma non sono chiari i compiti che la riforma ha riservato a questi organi. Con la figura del preside rafforzata non si comprende quali poteri possano avere i due istituti collegiali. Basti pensare che il Consiglio d'Istituto, cui il decreto del 1994 riservava ampi poteri, è stato completamente esautorato dalla prassi delle scuole.
Comunque, all'orizzonte, si stagliano diverse novità. Concorsone da centomila posti, riservato agli abilitati. Il preside potrà scegliere direttamente i docenti da un apposito elenco di insegnanti qualificati. La creazione di un fondo speciale di cinquanta milioni di euro da distribuire proporzionalmente sul territorio e per le scuole in zone svantaggiate. Le paritarie avranno diritto alla detrazione fiscale di cui beneficeranno i genitori degli scolari frequentanti. È prevista anche l'assorbimento dei seimila e cinquecento idonei ma non vincitori dell'ultimo concorso che entreranno in servizio a partire dal settembre 2016. Anno, questo, che segnerà l'inizio dei concorsi su base regionale.
Ilaria Delicati - Agenzia Stampa Italia