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Bin Laden, considerazione ad un anno dalla morte

(ASI) Seduto nel suo rifugio segreto, nascosto dal mondo, Osama Bin Laden ha passato gli ultimi mesi della sua vita a ripensare alla strategia della sua organizzazione, con particolare preoccupazione per l’immagine di se che avrebbe lasciato alla storia. Era sempre più contrariato dalle cellule più disperse che teoricamente sotto il suo ombrello predicavano ed alienavano altri musulmani.

Si eccitava ancora nel fantasticare missioni spettacolari tra le quali l’omicidio del presidente Obama, ed allo stesso tempo stava portando avanti una campagna di marketing per cambiare il nome dell’organizzazione. Inoltre dava ancora precisi suggerimenti su come gestire i fondi del network nel miglior modo possibile.

“Assicuratevi di cambiare i soldi negl’appositi uffici di cambio”, scriveva “dovrete anche sbarazzarvi della busta che conteneva il denaro perché potrebbero averci nascosto dentro un chip. Il fratello prenderà i soldi, salirà su un taxi e andrà al centro del mercato, il cambio sarà fatto in euro o dollari”.

I dettagli dei pensieri di Bin Laden e delle sue frustrazioni mentre in fuga e in continua latitanza nel compound di Abbottabad in Pakistan, sono emersi grazie a delle lettere rese pubbliche Giovedì, che ritraggono una sorta di immagine antropologica del network. Le frustrazioni espresse da Bin Laden mentre dava ordini e istruzioni,sono simili a quelle di un qualsiasi amministratore che cerchi di mantenere la propria società al passo delle altre multinazionali, in quanto la stessa organizzazione era cresciuta a dismisura e ben oltre le originarie intenzioni del fondatore.

Bin Laden insisteva di voler controllare i curriculum dei futuri leader politici, e tentava di imporre un tipo di management che si può definire dall’alto verso il basso, domandando ai suoi subordinati di restare confinati all’interno dei ruoli da lui assegnati. Allo stesso tempo Osama Bin Laden proponeva idee su come accumulare fondi e contemplava modi per migliorare la copertura delle notizie tramite i media, e a quanto riporta il New York Times, aveva un’ammirazione per la ABC mentre ce l’aveva a morte con la MSNBC.

Osama blaterava di come sarebbe passato alla storia come “colui il quale non ha mai reso nota la propria storia”, come scrisse ad uno dei suoi generali “ alcuni media e storici costruiranno una storia attorno a me, usando qualsiasi informazioni trovino, senza nemmeno appurare se tali informazioni siano vere o meno”.

Non ci sono sufficienti dettagli su come Osama sia nascondersi sotto al naso delle autorità Pakistane, ma le lettere dipingono chiaramente quanta pressione la campagna condotta con i droni degli Stati Uniti mettesse sullo stesso Osama Bin Laden. Nell’Ottobre del 2010, aveva chiesto ai suoi combattenti di lasciare l’area di confine del Pakistan dove dominavano gli attacchi per mezzo dei droni Americani e di rientrare in Afghanistan. “Voglio che quanti più fratelli possibile lascino l’area”, scriveva “ potremmo abbandonare le auto, perché stanno prendendo di mira le macchine adesso, ma se le abbandoniamo, si focalizzeranno sulle case e questo incrementerebbe le casualità tra donne e bambini”.

I documenti sono stati consegnati da analisti dell’ ufficio di Intelligence Nazionale, mentre la Casa Bianca si stava cercando di concentrare sull’anniversario dell’operazione da parte dei Navy Seals (2 Maggio 2011), che è risultata con l’uccisione di Bin Laden. Jay Carney, il segretario stampa della Casa Bianca ha dichiarato “ un rinnovato interesse nel giorno dell’anniversario è la prova che era arrivato il momento di rendere pubblici tali documenti”. I repubblicani dal canto loro nei giorni passati hanno accusato la Casa Bianca di aver politicizzato il raid. Tutte le 17 lettere scritte e ricevute da Bin Laden sono state rese pubbliche, in totale si tratta di 175 pagine in Arabo e datate dal Settembre 2006 all’Aprile 2011, solo qualche mese prima che venisse ucciso.

Analisti del Centro per la Lotta al Terrorismo o “Combatting terrorism Center” all’Accademia Militare di West Point negli Stati Uniti, che hanno processato e reso pubblici i documenti, e sono giunti alla conclusione che Bin Laden era in difficoltà nell’ultimo periodo per restare al timone della propria organizzazione. “Bin Laden non è in linea a livello operativo con gruppi jihadisti regionali” ha dichirato Nelly Lahoud, una delle studiose dei documenti. “Era arrabbiato, e assolutamente non li approvava, era decisamente molto frustrato per via della loro incompetenza”. Le valutazioni da una parte confermano e dall’altra sono in netto contrasto con l’immagine descritta dagli ufficiali subito dopo l’attacco ed il raid al compound . Al tempo, gli ufficiali di governo avevano espresso una forte sorpresa per quanto Bin Laden fosse attivo, descrivendolo come molto più di un semplice prestanome. Le lettere rese pubbliche giovedì, danno un senso completo del ruolo di Bin Laden e mostrano come le sue istruzioni non venivano sempre eseguite o portate a termine come lui voleva o a livelli sufficienti a soddisfarlo. Era molto frustrato con gruppi in Pakistan come il ramo dei talebani e la sua principale preoccupazione era la relazione tra Al Qaeda centrale e i vari affiliati sui quali Bin Laden non esercitava praticamente alcun controllo, e nel suo disegno era indeciso se incorporarli completamente o se trarne solo informazioni utili. Aveva rigettato la richiesta di Shabab in Somalia di unirsi ad Al Qaeda, una decisione che venne riversata a seguito della morte di Osama da parte di Ayman al-ZAwahiri.

Il Signor Zawahiri era assente da molte lettere e questo dato ha sorpreso molti analisti. Allo stesso tempo risulta evidente come Jamal Ibrahim Ishtaywi al-Misrati, un libico che si faceva chiamare Atiyyatullah era il confidente più stretto di Bin Laden, e venne ucciso in seguito alla morte del suo amico da un attacco di droni.

Bin Laden era davvero preoccupatelo per l’immagine di al- Qaeda ed in una lettera lo stesso pianifica di cambiare il nome dell’organizzazione. Nella lettera, Bin Laden spiega come il nome originale fosse “Al-Qaeda al-jihad” che venne poi reso più pratico e corto e trasformato semplicemente in al-Qaeda che in arabo significa “base”, e aveva perso la sua connotazione religiosa. Per modificare il nome originale, Bin Laden aveva pensato a diverse alternative legate al tema dell’Islam tra le quali: “Muslim Unity Group” (gruppo musulmano di unità), “Islamic Nation Unification” (unificazione della nazione islamica) o semplicemente “Jihad Group” (gruppo per la jihad). Bin Laden voleva che i suoi seguaci la smettessero di attaccare i paesi musulmani e di focalizzarsi sugli Stati Uniti.

Bin Ladina aderiva inoltre alla sua personale interprestazione della legge Islamica anche quando questa era in conflitto con i suoi scopi.

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