(ASI) Il tema delle liberilizzazioni è molto delicato ed ha aperto un ampio ed acceso dibattito politico in parlamento. L'Italia dei Valori consci dell'importanza della riforma in discussione, scrive al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Di seguito A.S.I. riporta per intero il contenuto della lettera inviata dall'I.D.V. al capo dello Stato Italiano.
On. Giorgio Napolitano
Presidente della Repubblica
Palazzo del Quirinale
ROMA
ci rivolgiamo a Lei in quanto garante della Costituzione della Repubblica Italiana, nella piena consapevolezza di quanti sforzi Ella stia facendo perché la sua difesa sia effettiva e non meramente formale. Abbiamo personalmente apprezzato come Ella non abbia mai mancato di far osservare al Governo ed al Parlamento come "i principi fondamentali della Costituzione repubblicana sono fuori discussione e nessuno può pensare di modificarli o alterarli". Non possiamo non ricordare altresì i frequenti richiami al rispetto dei requisiti che l'articolo 77 della Costituzione richiede per l'esercizio di un provvisorio potere legislativo da parte del governo attraverso i decreti legge ed in particolare il suo più recente intervento al riguardo.
Per questi motivi ci permettiamo di segnalarLe quanto avvenuto nel corso dell'iter legislativo che ha riguardato, alla Camera dei Deputati, la "conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 24 gennaio 2012, n.1, recante disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività", sul testo già approvato dal Senato della Repubblica.
In particolare nel corso della discussione presso la V Commissione Bilancio e Tesoro, in sede consultiva, il governo, depositava una Relazione Tecnica verificata dalla Ragioneria Generale dello Stato portante la data del 15 marzo 2012.
Le riproponiamo in termini testuali il giudizio generale della Ragioneria: "Con riferimento al provvedimento indicato in oggetto, si restituisce positivamente verificata la relazione tecnica, ad eccezione dell'articolo 24-bis, comma 1, sub 19-ter, dell'articolo 56, comma 1-bis, dell'articolo 71, comma 3-bis, dell'articolo 76, comma 2 nonché dell'articolo 35, comma 3-bis, per le motivazioni rese note con precorsa corrispondenza."
A pagina 88 della Nota si chiude la bollinatura della Ragioneria e si dà conto dei motivi per cui non si è dato parere positivo alla verifica per i cinque articoli citati. In taluni casi il giudizio espresso della Ragioneria è così preciso e testuale che non può lasciare adito ad alcun dubbio, neppure di natura semantica. Ad esempio, per quanto riguarda l'articolo 56, comma 1-bis, così esordisce l'organismo di verifica: "La disposizione è suscettibile di comportare maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, non quantificati né coperti."
Parrebbe del tutto evidente che una tale dichiarazione escluda la possibilità di un parere della Commissione che non preveda una condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma della Costituzione. Lo stesso dicasi per gli altri quattro articoli.
Di fronte alla presentazione di una bozza di parere che poneva delle condizioni semplici, il Gruppo Idv depositava un parere alternativo che poneva invece le condizioni, come detto, ai sensi dell'articolo 81, quarto comma della Costituzione.
Nel corso del dibattito, come Ella potrà verificare acquisendone il resoconto ancorché sommario, i rappresentanti dei Gruppi di maggioranza hanno espressamente dichiarato che avrebbero votato a favore del parere del relatore "solo per motivazioni politiche" ed hanno rimarcato il valore dei rilievi espressi dalla Ragioneria.
Da parte sua il rappresentante del governo ha espresso la tesi, invero fantasiosa, che i giudizi della Ragioneria potrebbero essere oggetto di "graduazione" (da parte di chi? Del governo?) e quindi suscettibili di una difforme lettura anche in caso di parere non positivo.
L'approvazione del parere del relatore, con condizioni semplici sui punti mancanti di verifica positiva della Ragioneria, rappresenta un precedente davvero preoccupante per il rispetto dell'articolo 81, quarto comma della Costituzione, soprattutto nell'attuale contingenza della finanza pubblica e nel momento in cui è in corso l'iter per inserire il principio del pareggio di bilancio nello stesso articolo 81.
Siamo certi che Ella saprà valutare con estrema attenzione un fatto di tale delicatezza istituzionale e naturalmente mi rimetto con piena fiducia alle determinazioni che riterrà di assumere.
L'Ufficio di Presidenza
Massimo Donadi
Antonio Borghesi
Fabio Evangelisti
Redazione Agenzia Stampa Italia
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