(ASI) - Il governo italiano ha messo nuovamente al centro dell’agenda politica la proroga quadro dell’autorizzazione alla fornitura gratuita di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina, ma l’approvazione del nuovo provvedimento è stata rinviata: l’esame del documento, è stato infatti rimosso all’ultimo momento dall’ordine del giorno.
Spiegazione ufficiali sull’accaduto, informano che l’ordine del giorno del CdM è stato aggiornato, escludendo il decreto quadro sulla cessione di armi all’Ucraina, a causa dell’elevato numero di punti urgenti che erano già stati fissati. Si tratterebbe pertanto di un un semplice rinvio dell’esame del decreto, a seguito di priorità politiche diverse e non a una decisione politica definitiva di sospensione volontaria degli aiuti a Kiev.
Nel frattempo però, nella mattinata di ieri 2 dicembre 2025, il governo aveva già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il provvedimento relativo all’invio del dodicesimo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, a firma del ministro della Difesa Guido Crosetto e in coordinamento con i dicasteri di Esteri ed Economia. Il documento in questione, autorizza la fornitura gratuita a Kiev di veicoli, materiali ed equipaggiamenti militari.
Relativamente al significato del decreto-legge definito quadro, con questo si stabiliscono regole generali e principi di riferimento, al fine di non entrare nel merito di ogni singolo caso. Il governo cercava di snellire le procedure interne, evitando la necessità di richiedere un’autorizzazione ad hoc ogni volta. Con il decreto-legge quadro infatti, ogni nuovo invio sarebbe potuto avvenire senza passare nuovamente per un voto parlamentare.
Tuttavia non è escluso che il rinvio possa anche essere legato a tensioni politiche all’interno della maggioranza: da una parte, Meloni e Crosetto continuano a dichiararsi favorevoli al sostegno offerto all’Ucraina fino alla fine del conflitto. Dall’altra, alcune componenti della coalizione come Lega e il suo leader Matteo Salvini, esprimono perplessità sull’efficacia stessa delle forniture, esui rischi di corruzione legati all’operazione e sull’impatto politico-diplomatico di un impegno militare protratto insistentemente nel tempo.
Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia
Foto AI Sora su input Carlo Armanni



