(ASI) - Decine di migliaia di persone sono scese in piazza in tutta Italia per manifestare contro la guerra a Gaza. La mobilitazione ha coinvolto sia le grandi città che i centri di provincia.
Cortei, sit-in e blocchi stradali hanno segnato una giornata di protesta diffusa con l’obiettivo del cessate il fuoco immediato e un maggiore impegno diplomatico da parte dell’Italia e di tutta l’Unione Europea. Il governo ha diffuso una nota ribadendo la condanna degli attacchi terroristici e sostenendo la necessità di una soluzione diplomatica. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito legittimo il diritto a manifestare ma ha avvertito che eventuali atti di violenza o interruzione dei servizi essenziali non saranno tollerati.
A Roma il corteo principale è partito da piazza della Repubblica e ha attraversato il centro con striscioni e bandiere palestinesi. La partecipazione, tra le più numerose, è stata accompagnata da momenti di tensione quando un gruppo di manifestanti ha tentato di avvicinarsi a palazzo Chigi. La polizia in assetto antisommossa ha respinto l’avanzata con cariche di alleggerimento, provocando alcuni feriti lievi e il fermo di quattro persone.
A Milano la mobilitazione ha bloccato per ore la circolazione in piazza Duomo e lungo corso Vittorio Emanuele. Alla manifestazione hanno aderito le sigle sindacali, associazioni studentesche e organizzazioni pacifiste. Gli slogan hanno messo in discussione la fornitura di armi all’estero e il ruolo del governo italiano, accusato dai manifestanti di mantenere una posizione ambigua.
Anche nel resto d’Italia, migliaia di cittadini hanno partecipato a cortei e manifestazioni tra cui Napoli, Torino, Bologna e Firenze. Le forze dell’ordine hanno segnalato centinaia di blocchi stradali in diverse regioni. Nonostante i disagi, la maggior parte delle manifestazioni si è svolta in maniera pacifica.
La mobilitazione italiana si inserisce in un quadro internazionale di crescente pressione sull’esecutivo israeliano e sugli alleati occidentali. Nelle stesse ore si sono viste proteste analoghe a Parigi, Berlino e Madrid, segno di una mobilitazione europea coordinata e capillare, che non può non essere considerata come un segnale politico ben definito e piuttosto rilevante.
Carlo Armanni - Agenzia Stampa Italia



