(ASI) "Le dichiarazioni del Ministro degli Esteri Antonio Tajani sull'attacco a un luogo di culto cristiano a Gaza sono l'ennesima dimostrazione dell'ipocrisia e del doppio standard con cui la destra italiana – e il governo Meloni in particolare – affronta la tragedia palestinese.
Tajani afferma che "gli attacchi sui civili non sono più ammissibili". Ci chiediamo: prima lo erano? Per mesi, anzi per anni, l'Italia ha continuato a sostenere il governo israeliano anche di fronte a bombardamenti indiscriminati, massacri di civili, distruzione di ospedali, scuole, abitazioni e campi profughi. Allora era tutto "ammissibile"? Era accettabile colpire civili palestinesi, finché non erano cristiani?
E ora Tajani considera "grave" colpire un luogo di culto cristiano. E quelli islamici? Le moschee bombardate, i centri religiosi ridotti in macerie, non sono forse anch'essi attacchi a luoghi di culto? Le vite palestinesi valgono solo se appartengono alla propria confessione religiosa?
Il silenzio assordante del governo Meloni di fronte alla sistematica violazione del diritto internazionale da parte di Israele è complicità. La finta equidistanza serve solo a coprire un sostegno politico, militare e ideologico a uno Stato che ha fatto dell'apartheid, dell'occupazione e del massacro di civili la sua strategia.
Ma non basta indignarsi a parole: farebbero bene a prendere le distanze nei fatti. Basta invio di armi a Israele. Basta appoggio logistico. Basta collaborazioni militari, tecnologiche, accademiche, economiche e di intelligence. Basta sostegno politico a un governo criminale.
Condanniamo ogni attacco contro la popolazione civile, ogni bombardamento di ospedali, scuole, luoghi di culto – di qualsiasi religione – e ogni forma di violenza che colpisce un popolo già martoriato da decenni di occupazione, embargo e guerra.
È ora di fermare il genocidio in corso a Gaza. È ora di rompere ogni complicità. L'Italia deve schierarsi per il cessate il fuoco immediato, il rispetto del diritto internazionale e il riconoscimento pieno dei diritti del popolo palestinese".
Lo dichiara in una nota Giovanni Barbera, membro della Direzione Nazionale di Rifondazione Comunista.



