(ASI) "Da settimane Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi occupati, è oggetto di una violenta campagna politica e mediatica orchestrata dai governi di Israele e degli Stati Uniti.
Una cittadina italiana, incaricata dall'ONU di monitorare il rispetto del diritto internazionale, viene delegittimata, diffamata e minacciata semplicemente per aver denunciato, con coraggio e rigore, i crimini di guerra e le violazioni sistematiche subite dal popolo palestinese. In queste ore, il Segretario di Stato degli USA, Marco Rubio, ha annunciato sanzioni personali contro Albanese. Un atto gravissimo, senza precedenti, che rappresenta un attacco diretto non solo alla sua persona, ma all'indipendenza stessa del sistema delle Nazioni Unite.
Di fronte a tutto questo, il silenzio del Governo italiano è assordante. Dov'è il ministro degli Esteri Antonio Tajani? Dov'è il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni? Perché tacciono mentre una cittadina italiana viene aggredita da due potenze mondiali per aver fatto il proprio dovere? Il Governo ha il dovere di difendere Francesca Albanese, di esprimere pubblicamente solidarietà e sostegno, di respingere ogni tentativo di intimidazione e delegittimazione.
Non si tratta solo di una questione diplomatica. È in gioco il principio fondamentale della tutela dei diritti umani, della libertà d'espressione e dell'indipendenza dei mandati ONU. Il Governo italiano deve prendere una posizione chiara e netta: non farlo significa voltare le spalle non solo a una propria cittadina, ma ai valori democratici che dovrebbe rappresentare. Il silenzio, in questo caso, è complicità". Lo dichiara in una nota Giovanni Barbera, membro della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.



