(ASI) "Le dichiarazioni di Italo Bocchino sulla presunta eccellenza delle politiche economiche del governo Meloni – al punto da evocare addirittura un improbabile "Nobel per l'economia" – sono l'ennesima dimostrazione della distanza siderale tra la propaganda della destra e la realtà vissuta ogni giorno da milioni di persone.
Affermare che l'inflazione è "un dato positivissimo" mentre le famiglie faticano ad arrivare alla fine del mese è un insulto alla verità. L'aumento dei prezzi ha eroso in modo strutturale il potere d'acquisto di lavoratori, precari e pensionati. La crescita del PIL viene sbandierata come un successo, ma non si traduce in migliori condizioni di vita per la maggioranza della popolazione. Anzi: salari e stipendi sono fermi, il lavoro povero è in aumento, e gli interventi del governo – come il taglio del Reddito di cittadinanza o l'assenza di una vera riforma fiscale redistributiva – hanno peggiorato la situazione sociale.
Non basta una narrazione ottimista per cambiare la realtà. Il calo dell'inflazione, peraltro ancora tutto da consolidare, è solo uno degli indicatori da considerare. L'Italia continua ad avere una delle peggiori distribuzioni della ricchezza in Europa, con una crescita delle disuguaglianze e milioni di persone sotto la soglia di povertà.
La verità è che questo governo non ha alcuna politica economica in grado di affrontare la crisi sociale che attraversa il Paese. Gli unici a beneficiare realmente delle sue scelte sono le grandi imprese, gli evasori, i percettori di rendite e profitti. Mentre chi lavora, chi studia, chi vive di pensione viene lasciato solo. Altro che Nobel: servirebbero investimenti pubblici, aumento dei salari, difesa della sanità e della scuola, casa e trasporti accessibili, reddito minimo garantito. Ma il governo Meloni – sostenuto da commentatori come Bocchino – ha scelto di stare dalla parte dei potenti, voltando le spalle alla maggioranza sociale". Lo dichiara in una nota Giovanni Barbera, membro della Direzione nazionale di Rifondazione Comunista.



