Sanità, Nursing Up. Giornata Internazionale della Donna: su 130mila aggressioni ogni anno contro gli infermieri, il 75% delle vittime sono infermiere donne

Nel 30% dei casi si tratta di violenza fisica: denti saltati, morsi, minacce di morte. Addirittura pazienti che con accendini in mano intimano di dare fuoco alle nostre professioniste.

De Palma: "In un sistema sanitario oggi più che mai "tutto al femminile", lo dicono i numeri, le infermiere italiane, che sono madri e mogli prima che professioniste, ogni giorno si ritrovano a fronteggiare aggressioni fisiche e psicologiche sempre più brutali che nessuno dovrebbe subire. È una violenza inaccettabile che deve finire." 

(ASI) Roma – In occasione della Giornata Internazionale della Donna, il Nursing Up denuncia i numeri devastanti e sempre più preoccupanti relativi alle aggressioni contro le infermiere in Italia. 

Siamo arrivati al drammatico numero di 130mila aggressioni annue, nel 2023 e nel 2024, contro i nostri infermieri, di cui il 75% delle vittime sono donne, quindi sono infermiereQuesto significa che ogni anno 97.500 infermiere vengono aggredite, e tra queste, il 30% subisce almeno una violenza fisica. Pugni, morsi, calci e addirittura denti saltati: ogni giorno, le infermiere sono vittime di violenze inaudite. 

"Le infermiere italiane sono madri e mogli prima che professioniste. Sottraggono tempo alla loro famiglia e alla loro vita personale per prendersi cura dei pazienti, eppure ogni giorno sono costrette a subire violenze. I numeri sono inaccettabili, eppure gran parte di queste aggressioni rimangono impunite. Chi le difende?". Esordisce così Antonio De PalmaPresidente del sindacato Nursing Up.

Le infermiere, con il loro coraggio e la loro dedizione, sono chiamate a lavorare in un sistema sanitario italiano ormai sovraccarico e disorganizzato, ma non possono più affrontare da sole questa spirale di violenza. Sono spesso costrette a barricarsi nei reparti, spaventate dai pazienti e dai loro familiari, che a volte inscenano veri e propri raid punitiviL'escalation di brutalità è drammatica: come il caso recentemente riportato da un quotidiano nazionale che ci ha raccontato di una operatrice sanitaria, aggredita in Toscana, e successivamente minacciata con un accendino da un paziente che voleva addirittura darle fuoco.

I Dati sulla violenza contro le Infermiere

  • Si contano 130.000 le aggressioni contro gli infermieri sia nel 2023 che nel 2024, contro i professionisti sanitari, di cui il 75% sono donne, sono infermiere. (Indagine condotta da 8 università italiane).
  • Quindi circa 97.500 infermiere sono state vittime di aggressioni nel 2023. Il dato peggiorativo del 2024 ci lascia pensare che arriviamo oltre le 100mila aggressioni.
  • Il 30% di queste aggressioni verso le infermiere è caratterizzato da violenza fisica: pugni, morsi e calci, con danni fisici che includono denti saltati, ecchimosi al volto e al corpo e anche ferite gravi. In alcuni casi fratture e commozioni cerebrali. Non mancano minacce con coltelli e manganelli, con i pazienti armati che "entrano indisturbati" nei reparti.

Un Sistema Sanitario al femminile, ma drammaticamente esposto alla violenza sempre più brutale. I numeri

  • Personale SSN: il 69% dei professionisti sanitari è donna (Fonte: Ministero della Salute).
  • 450.066 professioniste sanitarie nel Sistema Sanitario Nazionale sono donne (Fonte: Ragioneria dello Stato).
  • Il 77,7% delle professioniste sanitarie è una infermiera.
  • Il 76% degli iscritti agli Ordini è una infermiera.
  • In Europa, le infermiere rappresentano il 87,5% del totale dei professionisti sanitari iscritti agli Ordini.
  • Il 43% delle professioniste sanitarie in Europa denuncia almeno un'aggressione nella propria carriera.
  • Oltre la metà delle aggressioni non viene denunciata. Un fenomeno sommerso che va contrastato.

 

La situazione è drammatica, e ciò che emerge è che molte aggressioni sono perpetrate da pazienti con disturbi psichici, che rappresentano un ulteriore fattore di rischio. Tuttavia, oltre alla disorganizzazione e alla congestionata rete ospedaliera, esiste un problema di sicurezza che richiede interventi urgenti, come il rafforzamento delle forze dell'ordine negli ospedali, soprattutto durante gli orari notturni.

Chi difende le nostre donne, perno della sanità e simbolo di competenze e qualità umane?

«Non è più possibile che le infermiere rimangano sole nelle corsie dei pronto soccorso o nei reparti, spesso in turni notturni, a fronteggiare pazienti aggressiviubriachiesagitatisoggetti con dipendenze, e malati psichiciUna su cinque delle aggressioni è infatti causata da pazienti con disturbi mentali.

Il fenomeno deve essere fermato. Non è più accettabile che le infermiere diventino vittime sacrificali di un sistema che non le protegge e che non le difende», afferma De Palma.

«Le infermiere italiane, le ostetriche e tutte le altre nostre professioniste sanitarie, ogni giorno, combattono per la salute della collettività. È ora che la loro sicurezza venga garantita. Non possiamo più tollerare aggressioni fisiche e psicologiche nei loro confronti. Il sistema sanitario italiano deve cambiare volto, e le istituzioni devono proteggere chi ogni giorno si prende cura della nostra salute», conclude De Palma.

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