(ASI) "Ci hanno provato per l'ennesima volta e per l'ennesima volta hanno dovuto fare marcia indietro. La versione finale del decreto di revisione del codice degli appalti abbandona l'idea di considerare rappresentativi gli organismi sindacali e datoriali che firmano molti contratti. Un criterio assurdo che avrebbe favorito i contratti pirata: contratti che coprono pochissimi lavoratori con minori tutele in termini di salute, sicurezza e formazione, oltre che di salario.
Ci hanno provato con il collegato lavoro, ci hanno riprovato col decreto 19/2024 sul Pnrr, e ci hanno provato ancora con la bozza del decreto legislativo sugli appalti. Questa marcia indietro non è sufficiente. Il nuovo codice amplia le maglie per rendere gli appalti e subappalti una catena finalizzata a ridurre tutele e salari. Lo fa attraverso sistemi di equivalenza, scostamenti ammissibili, possibilità di declinare i contratti applicabili in funzione di non meglio definiti criteri di ampiezza dimensionale e natura giuridica delle imprese. Assieme a tutte le altre opposizioni, avevamo chiesto di stralciare dalla revisione del codice le norme sul contratto da applicare negli appalti e subappalti. Ciò avrebbe permesso una riflessione più adeguata e un confronto più rispettoso con le parti sociali, datoriali e sindacali. Il governo è andato avanti lo stesso e, come al solito, la gatta frettolosa ha fatto gattini ciechi". Così in una nota Maria Cecilia Guerra, Responsabile lavoro nella segreteria nazionale del Partito democratico.