(ASI) "Invece di istituire inutili giornate europee delle morti sul lavoro, come proposto oggi dal ministro Tajani e dalla sottosegretaria Tripodi, iniziative che trovano il tempo che trovano, il governo Meloni farebbe meglio ad impegnarsi seriamente ad intervenire sulle cause del fenomeno che in Italia assume da diverso tempo proporzioni preoccupanti.
Anche l'assunzione di 1600 nuovi ispettori, finalizzata a colmare le carenze di organico che si sono cumulate nel corso del tempo, pur essendo importante, rischia di essere un palliativo se non si interviene sul modello di fare impresa che si è affermato in questi ultimi decenni nel Paese. Non è un caso che nella stragrande maggioranza dei casi i morti sul lavoro e gli infortuni avvengono nel sistema degli appalti e dei subappalti, coinvolgendo in particolare il settore edilizio, dei trasporti e della manutenzione. Così come non è un caso che questi terribili numeri siano aumentati con l'aumentare dei rapporti precari nel mondo del lavoro. Iniziamo ad eliminare i subappalti a cascata, la logica del massimo ribasso, la precarietà del mondo del lavoro e a colpire duramente quegli imprenditori che non rispettano le normative sulla sicurezza al lavoro. Da tempo, a quest'ultimo proposito, proponiamo l'istituzione del reato di omicidio sul lavoro, affinché i responsabili delle morti e degli infortuni sul lavoro paghino veramente per le loro gravi responsabilità, cosa che, per una serie di motivi, non avviene oggi. Questo è il miglior modo di onorare i lavoratori morti nella strage di Marcinelle dell'8 agosto 1956, visto che da gennaio a maggio di quest'anno si sono già registrate 369 vittime sul lavoro, con un aumento del 3,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il resto è solo noiosa propaganda di un pessimo governo abituato a fare marchette elettorali agli evasori e ai soliti furbetti del quartierino". È quanto dichiara in una nota Giovanni Barbera, membro del comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista