(ASI) "La destra al governo ha ormai reso evidente la sua passione per le privatizzazioni e per l'apertura incondizionata a logiche di profitto, anche in settori molto delicati.
Sulla tutela del diritto alla salute stiamo tuttavia arrivando a un punto limite, che dovrebbe indurre tutti, anche chi come la premier Meloni che si immagina forse come la nuova Thatcher, a fermarsi e ad ascoltare il grido di dolore che proviene non solo da tutto il mondo degli operatori sanitari, ma ormai anche da milioni di famiglie italiane.
Aver invertito il trend di risalita della spesa sanitaria in rapporto al PIL, scelta che dopo la pandemia tutti consideravano irreversibile, sta spingendo il Sistema Sanitario Nazionale verso il collasso.
La legge a prima firma Schlein è l'occasione per mostrare che di fronte a una vera e propria emergenza nazionale si possono trovare convergenze ragionevoli.
Almeno su questo tema, si lasci da parte la propaganda, si guardi in faccia la realtà e si assumano scelte conseguenti, che consentano davvero di tornare ad assumere medici e infermieri e a tagliare le liste d'attesa, evitando di dividere definitivamente gli italiani in due categorie: chi può curarsi pagando il privato e chi non può pagare e quindi non può curarsi". Così in una nota Alfredo D'Attorre, responsabile Università nella segreteria nazionale del Pd.