(ASI) "Assistiamo in questi giorni alla rinuncia a svolgere manifestazioni tradizionali come il “brujel”, il falò per bruciare 'la stria' o 'la vecia' che si faceva da sempre nelle nostre contrade in occasione dell’Epifania, un retaggio di riti propiziatori della fertilità che presero forma fra le popolazioni italiche nel X-VI secolo A.C. Il motivo? Se un tempo il divertimento era unanime ora qualcuno non si diverte più.
Ho sentito anche dire che il 'brujel' è una tradizione 'patriarcale' e non è per nulla 'politicaly correct' bruciare un fantoccio a forma di donna. Per non “discriminare” metteremo una befana “alias”, che alterni la propria identità sessuale di anno in anno. Altro motivo per negarli è che sono fonte di immissione di sostanze inquinanti nell’atmosfera. Questo deriva da decisioni comunitarie con relative sanzioni, che passano dalle regioni e arrivano infine ai comuni. Peccato che questi benpensanti e accaniti distruttori delle tradizioni, a tutti i livelli, che incolpano persino le “scoregge” delle vacche dell’inquinamento dell’atmosfera, non sprecano una parola sull’inquinamento provocato da iniziative come quella di organizzare i giochi invernali asiatici nel 2029 nel deserto dell'Arabia Saudita, dove occorre bruciare immense quantità di combustibile fossile con enormi immissioni in atmosfera per garantire il freddo e l’acqua dove il freddo e l’acqua non c’è per natura. Questi sono i paradossi dei nostri tempi. Dove ci sono i soldi e i grandi interessi e dove il patriarcato esiste davvero, il problema ambientale e delle donne sparisce d’incanto. Smettiamola di usare alibi per distruggere l’identità culturale delle nostre terre sulla scia di slogan e ideologie: proprio un mondo al contrario." Così in una nota Stefano Valdegamberi, Consigliere Regionale del Veneto.