(ASI) Lodigiano, classe ’89, Francesco Filipazzi è un dirigente di Giovane Italia. La sua attività militante comincia nel 2006, in quella che allora si chiamava Azione Giovani. Studente del Politecnico di Milano, appassionato informatico, Francesco sottolinea l’importanza della cura dell’aspetto mediatico sia nella politica di partito che nei movimenti giovanili. Siti internet, riviste on line, sondaggi, forum: tutti strumenti di coinvolgimento e di diffusione oggi più che mai utili a veicolare iniziative ed idee.
Due parole sulla realtà lodigiana (GI e AS)
Ho iniziato la mia militanza nel 2006 in Azione Giovani, nella Provincia di Lodi, che è decisamente un posto tranquillo. Il gruppo principale della comunità si è creato nel 2007, quando un’infornata di nuovi militanti ha permesso di formare un gruppo affiatato e deciso. Fra molte difficoltà lo zoccolo duro è sempre rimasto e adesso stiamo vivendo da circa un anno un periodo molto importante, perché il gruppo si sta consolidando anche con persone giunte da poco.
L’attività è molto varia e va dalla militanza “normale” (volantini, banchetti…)alla politica nelle istituzioni fatta dai nostri consiglieri fino ad arrivare alla bellissima attività culturale fatta di giornalini (attualmente il nostro giornalino è Le Radici Profonde), conferenze e mostre. Adesso faccio anche attività nella mia università a Milano, sotto il sacro simbolo della Feluca e del Libro.
Da quanti anni in sezione?
Come dicevo, sono arrivato in AG nel 2006, iscrivendomi a febbraio. L’attività intensa è iniziata dopo l’estate del 2006.
Media. Quanto è importante saper comunicare in politica?
Come ho avuto modo di dire a Pomezia, se si fa qualcosa e non si dice è come se non si fosse neanche fatta. Questo ragionamento vale praticamente per tutto, tranne che per le opere di bene (la mano destra non sappia cosa fa la mano sinistra, in quel caso). Oggi assistiamo a gruppi che non fanno niente, ma hanno siti internet meravigliosi, dai quali sembra che ribaltino il mondo e che folle di militanti in festa compongano le loro coorti. Mentre invece assistiamo, dall’altro, a folle di militanti in festa che invece comunicano malissimo e quindi sembra che non facciano niente.
Le realtà appena descritte, che sono le più sane, devono migliorare la loro comunicazione, perché mentre i primi si sgonfiano dopo poco, chi lavora sopravvive sempre.
La comunicazione serve anche per esporre le proprie idee. Oggi non scrive più nessuno e sembra che non ci sia niente da dire. Ma ricordo che le grandi esperienze della storia che ci sta alle spalle, si sono riunite attorno a progetti editoriali. Andando indietro nel tempo, ricordiamo “Il meridiano d’Italia” o “Rivolta Ideale” del primo MSI. Le generazioni dopo hanno dato vita a esperienze come “Eowyn” e l’arci nota “Voce della Fogna”. Se poi vogliamo guardare all’oggi, vediamo che buona parte degli ex quadri dirigenti di AN sono passati dalla redazione del Secolo d’Italia. Chi ha successo a livello politico, è passato spesso da un’esperienza giornalistica o comunque editoriale. Questo perché saper scrivere, nonostante viviamo nell’epoca dell’immagine e del video, rimane un valore aggiunto. Anzi, dato che oggi si deve sempre cercare di scrivere in poco spazio, chi sa esprimere un buon concetto in un breve paragrafo ha in mano un grande talento da sfruttare.
Quando nasce il progetto Sfida?
Non lo so. Chiedete a Donzelli. Io l’ho solo rifondata nell’autunno del 2010 e messa definitivamente online nelle successive vacanze di Natale (c’è chi va a sciare e chi no), ma non ho memoria di quando venne fondata la prima volta. Diciamo che seguiva quello che era allora www.sfida.org e lo ritenevo uno spazio interessante, che teneva aggiornati sul mondo universitario. Poi dopo penso che i curatori non abbiano più avuto tempo di seguire il sito. Ricordo che non è banale stare sempre “sul pezzo” cercare notizie su ciò che succede nelle università, elaborare proposte e riflessioni.
Perché hai deciso di riproporlo?
Ero ad Atreju 2010 e Cosimo Zecchi mi presentò Marco Petrelli e mi disse “Tu sai fare i siti, Petrelli propone di rimettere in piedi Sfida”. Avete presente cos’è una biforcazione in un sistema non lineare? Siamo di fronte a un fenomeno del genere. Insieme all’obiquo ternano ho dato forma al progetto e creato il sito nuovasfida.org, che oggi è www.sfida.eu . Le motivazioni che mi hanno spinto ad accettare la sfida (ridete alla battuta) sono semplici: all’epoca pensavo già che la comunicazione del nostro ambiente andasse migliorata, ero capace di barcamenarmi fra linguaggi web e programmi di grafica e quindi volevo contribuire al di là della comunità di provenienza, portandone comunque alta la bandiera.
Quali i risultati ottenuti?
Il primo anno di attività (27 dicembre 2010-27 dicembre 2012) si è chiuso con più di 8000 visite uniche, credo che sia un buon risultato, soprattutto perché c’è stata continuità nellapubblicazione, che nel 2012 sarà incrementata. Fra l’altro adesso siamo già oltre le 10000 visite, con una media di 50 al giorno. Diciamo che in termini numerici non ci si può lamentare. Ci sono stati anche picchi di visite in certi momenti. Ad esempio durante le ore e i giorni successivi la caduta del Governo Berlusconi, ho scritto articoli infuocati e il sito è arrivato a soglia 230 visite uniche in un giorno e quasi mille visualizzazioni.
Sono anche contento che molti chiedano di pubblicare le loro attività sul sito, sintomo del prestigio che piano piano, con un lavoro abbastanza intenso, sta guadagnano il nome di Sfida. Peraltro questo progetto mi ha permesso di conoscere moltissima gente in tutta Italia e di instaurare rapporti diretti con molti ragazzi, che chiedono anche consigli su come creare un sito per la loro sezione o per un loro progetto.
Fra l’altro adesso ho fatto anche le app per i cellulari, quindi qualcuno le installi e le usi.
Prospettive future?
Per il futuro, vorrei creare una redazione regolare. Il materiale umano c’è e credo anche la voglia. Se trovassi una decina di persone che scrivono un articolo a testa al mese, sull’università o su argomenti collegati, penso che sarei la persona più felice del mondo. Inoltre credo che intensificherò i rapporti con i ragazzi di GiovenTV, che stanno portando avanti un progetto importantissimo. Vorrei anche fare una colletta per ricomprare il dominio Sfida.org, servono 60 euro. Per tre cose vediamo, meglio consolidare i risultati attuali, prima della tappa successiva.
Lei è Eleonora Giannini, ha diciotto anni e da cinque frequenta l’ambiente di Azione Studentesca, struttura nella quale oggi è dirigente giovanile.
Diciotto anni, dirigente di AS e Presidente della Consulta: Eleonora quando comincia la tua avventura politica?
Il mio percorso inizia all'età di 13 anni con un volantino di Azione Studentesca ed un incontro con una ragazza che da qualche tempo militava all'interno del gruppo. Per la mia giovane età, non mi sentivo pronta ad affrontare tematiche così lontane dalla mia esperienza e a collaborare in un gruppo di per sé già costituito. Ma la ricerca di doveri e diritti reali, di valori e di giustizia che sono facili da trovare negli occhi di una ragazzina, mi hanno spronato ad avvicinarmi a questo mondo. In un ambiente costituito da giovani veri, è stato facile inserirmi e ben presto cominciare la mia formazione ed attivismo, il tutto con il sostegno di un gruppo coeso, o come preferisco chiamarlo, di una vera e propria famiglia.
Quanti e quali battaglie hai affrontato in questi anni?
Innanzitutto la vera battaglia l'ho saputa fare con me stessa. Non sono sicuramente mai stata una persona timida, ma per fare politica coraggio e la capacità di sapersi mettere in gioco, al di là del pregiudizio di una città come la nostra, ce ne vuole tanto. Molte volte ognuno di noi ha dovuto trascurare i propri impegni in virtù di un volantinaggio o dell'organizzazione di un evento. Per questo ritengo del tutto vinta innanzitutto la "battaglia" contro il menefreghismo ed il disinteresse e della mia generazione, che siamo stati capaci di coinvolgere con il nostro attivismo. Infatti nella scuola si combatteva da anni per la possibilità di svolgere l'Assemblea Plenaria, un diritto che da molto tempo la nostra Provincia non è stata in grado di assicurare, non solo al Liceo Classico, ma anche alle altre scuole del centro di Terni. Questa battaglia storica, tra le varie raccolte firme, e gli interventi in varie manifestazioni, è arrivata al cuore degli studenti, che ne hanno appreso finalmente l'importanza, come vero momento di sindacalismo studentesco, e che nonostante il colore del proprio pensiero, si sono uniti nella lotta, e continuano a farlo.
Presidente della Consulta studentesca. E' stata dura raggiungere questo risultato?
Più che un risultato, lo ritengo il vero inizio delle responsabilità. Già dall'anno scorso avevo ricoperto il ruolo di Rappresentante D'Istituto all'interno del mio Liceo, ed avevo cominciato a rapportarmi con il sistema scolastico e a fare le dovute rivendicazioni degli studenti. Quest'anno ho deciso di fare un passo in avanti e, con il ruolo della presidenza, portare agli occhi di enti maggiori le problematiche che accomunano gli istituti della Provincia.
Quale il tuo ruolo nell'organo?
Dopo cinque anni di militanza attiva ricopro ormai il ruolo di Responsabile di AS Terni. Questo non è solo motivo di orgoglio, ma molto di più rispetto a quello che mi aspettavo dalla politica giovanile. E' la mia vera prova. Il vero momento in cui potrò essere giudicata dal mio gruppo ed essere o meno apprezzata. Fortunatamente posso comunque contare sull'appoggio del Presidente del movimento Francesco Forzanti, che mi sostiene e mi accompagna nel momento decisionale e in quello formativo ormai da tempo.
Con Azione Studentesca hai in mente nuove iniziative?
Sicuramente il prossimo appuntamento sarà quello del 10 Febbraio per ricordare i martiri delle Foibe. Una strage che troppo a lungo è stata dimenticata e lasciata nel dimenticatoio. E dobbiamo essere proprio noi studenti a farci portavoce della memoria di questo genocidio.
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