(ASI) Roma – “Ormai è chiaro a tutti i cittadini che la questione ponte sullo Stretto sia in primis una “concessione” di Giorgia Meloni all’alleato Salvini, il quale soffre il gap di consenso creatosi tra Fdi e Lega.
Così come è altrettanto noto che al ministro dell’Infrastrutture più dell’opera in sé interessa tutto ciò che ruota intorno ad essa, a cominciare dal carrozzone “Stretto di Messina Spa” riattivato con tutte le sue poltrone e prebende. Sui costi relativi all’infrastruttura, per ora stimati attorno ai 14-15 miliardi, Salvini fa il gioco delle tre carte, come denunciamo da mesi. E oggi l’ufficio Bilancio del Senato ne ha dato conferma. Chiedendo “ulteriori dettagli sugli effetti finanziari derivanti dal nuovo meccanismo di calcolo, chiarendo se il medesimo possa introdurre nuove voci di costo dell’opera non contemplate prima. Un chiarimento necessario al fine di verificare le condizioni per il rispetto della direttiva del Parlamento europeo 2014/24/Ue di attuazione del codice dei contratti pubblici del 2016, che consente la modifica dei contratti di appalto, senza una nuova procedura di affidamento, a condizione che l’aumento del prezzo dell’appalto non ecceda del 50% il valore del contratto iniziale”. Ribadiamo un concetto: il decreto legge ora in discussione al Senato è un informe mostro giuridico, finalizzato proprio a scongiurare una nuova gara e ad aggirare i vari paletti finanziari. Una cornice orripilante per un quadro che dentro resta ancora tutto da disegnare, visto che il progetto nei fatti non c’è e quello del 2011 non è chiaro se abbia ancora una sua concreta fattibilità tecnica”. Così in una nota i parlamentari M5s delle commissioni Trasporti di Senato e Camera Gabriella di Girolamo, Elena Sironi, Antonio Trevisi, Antonino Iaria, Luciano Cantone, Roberto Trevisi e Giorgio Fede.