(ASI) Pesaro - Da una parte c'è un popolo saggiamente consapevole degli enormi rischi che si corrono con l'installazione dei bio-laboratori in Italia, dall'altra ci sono le istituzioni che invece premono per collocarle nel territorio nazionale, in obbedienza alla volontà dei vertici dell'Unione Europea.
Ma è corretto prendere decisioni come queste che pongono a repentaglio la salute della gente, solo perchè lo pretende la UE? Evidentemente no! Sia il presidente della Repubblica sia il governo sembrano ignorare la gravità e la portata del problema. Nonostante le tragiche conseguenze della fuga di virus letali dal bio-laboratorio internazionale con sede a Wuhan. Oggi una folla di circa 10.000 persone ha protestato contro la prevista costruzione di un bio-laboratorio (BSL3), già in ottobre autorizzato dal Comune di Pesaro e sotto la responsabilità diretta dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche. L'iniziativa aveva da subito suscitato l'allarme e la preoccupazione dei cittadini, soprattutto in considerazione del fatto che in una struttura del genere si opera su batteri, parassiti e virus che possono provocare gravi patologie o risultare letali per gli esseri umani.
Laboratori come questi, che adesso l'Unione Europea è intenzionata a distribure in molte località d'Italia (Trieste, Pisa, Perugia, Siena, Sigonella, ecc.), sono stati smantellati in Ucraina dall'esercito russo all'inizio dell'Operazione Militare Speciale. Un importante elemento di novità è dato dalla trasversalità politica dei partecipanti all'evento di Pesaro, i quali sono uniti da un comune senso di responsabilità e dalla volontà di contrastare democraticamente un provvedimento che di democratico ha ben poco.