(ASI) “Non sono condivisibili e sono al limite dell'inconcepibile le dichiarazioni del presidente della Fadoi, la società scientifica della Medicina Interna, Francesco Dentali, e del Presidente della Fondazione Fadoi, Dario Manfellotto, in merito all'inchiesta giudiziaria della Procura di Bergamo sul contrasto alla diffusione del Covid nel febbraio 2020 nella Provincia di Bergamo.
Intanto perché la Procura ha assunto proprie determinazioni sulla base dell’attività peritale svolta da un Consulente Tecnico di professione Medico e docente in materie specifiche e attinenti al caso, ma anche per motivazioni che vanno certamente verificate partendo, sia chiaro, dalla presunzione di innocenza per tutti gli indagati. Per me, medico igienista, era assurdo vedere una nazione inginocchiata per carenza di DPI, di FFP2 nel mentre molti operatori sanitari cadevano come birilli accanto alle persone che a loro si rivolgevano in cerca di salute ed invece trovavano contagio e morte. Uno dei cardini dei Piani Pandemici è la quantificazione e messa a deposito dei DPI, dei disinfettanti e di ogni sussidio occorrente per far fronte ad una pandemia. DPI che avremmo dovuto avere precauzionalmente in deposito, a disposizione ed invece eravamo allo sbando per finire ad affidarci ad un triste mercato fondato sullo sciacallaggio. Oggi siamo di fronte alle determinazioni dell’accusa verso persone che, ripeto, fino a sentenza definitiva, devono essere considerate innocenti. Le accuse si confronteranno con le difese ed è in questo il vantaggio che ne deriverà per capire se sono stati commessi degli errori da non ripetere in evenienze future sempre dietro l’angolo. Certo, avremmo voluto che ad indagare fossero solo le Commissioni parlamentari o anche nei Consigli regionali, ma l’aver osteggiato l’istituzione a livello politico di tali Commissioni non è stato di aiuto ad evitare che altre Autorità se ne facessero carico. Io stesso in Puglia, con il Gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Regionale, avevo proposto l’istituzione di una Commissione di indagine su come era stata gestita l’epidemia COVID. Si voleva capire perché in una Regione perennemente in zona rossa e in DAD si rilevava un tasso di mortalità specifica tra i più alti d’Italia a fronte di uno spreco di 25 milioni di euro per l’ospedale in Fiera, di 8 milioni di euro per una fabbrica delle mascherine, di circa 45 milioni di euro per dispositivi di DPI arrivati dalla Cina, di 2 milioni di euro per tamponi antigenici a lettura a chemioluminescenza. Anche quella proposta di legge fu bocciata dalla maggioranza di Emiliano: oggi è in atto in Puglia un’indagine giudiziaria”. Lo dichiara in una nota il senatore di Fratelli d’Italia Ignazio Zullo.