(ASI) Roma – “Il Governo non ha sinora detto una parola sul dramma reale di decine di migliaia di aziende con i crediti “superbonus110” ancora bloccati. Nonostante i nostri sforzi di emendare sino all’ultimo le norme relative infatti, il combinato disposto tra banche e Agenzia delle entrate ha portato all’effettuazione di pochissime operazioni di transizione di tali cessioni.
La situazione è quindi ogni giorno più disperata per circa 40mila aziende “ferme”, con commesse da portare a termine ma le casse vuote, essendo il loro crediti “bloccati”. Ora, a fronte del considerevolissimo risparmio di gas che ne derivererebbe, poiché il Superbonus110 mediamente dimezza il fabbisogno degli edifici su cui si interviene, cosa fa il governo?
Invece di fare quel poco che sarebbe necessario per sbloccarlo, pensa a raddoppiare le estrazioni nel sottosuolo italiano. E’ esattamente come raddoppiare il getto di un rubinetto della cucina, avendo sotto anziché una pentola “integra”, uno scolapasta. Gli edifici italiani infatti, lo dicono i dati scientifici, sono dei “colabrodi” che perdono il 60% dell’energia che viene loro data per scaldarli d’inverno e rinfrescarli d’estate, in entrambi i casi col gas (caldaie d’inverno, elettricità per i condizionatori d’estate, ma l’elettricità si fa al 50% col gas). Caro governo, un po’ più di ragionamenti matematici, il risultato ne gioverebbe”. Così in una nota il Comitato Transizione Ecologica del M5S.