Vigilia sotto l''albero del lavoro' per CGIL, CISL e UIL. Oltre dieci giorni di presidi ed uno sciopero generale unitario, iniziato il 12 dicembre con i lavoratori del settore privato e proseguito il 19 con quelli del settore pubblico, hanno scandito l'avvicinarsi delle feste natalizie, che quest'anno cadono a ridosso dell'approvazione di una manovra “iniqua, sbagliata, nel segno del rigore e non della crescita” e che, gravando sui soliti noti, “porta alla recessione”, come ribadito più volte dai sindacati.
Un simbolo insolito, quello della protesta CGIL, CISL e UIL che si è svolta questa mattina in piazza Montecitorio: un enorme albero di Natale, alto circa sette metri, sotto al quale si sono riunite tante persone, lavoratori, lavoratrici, giovani, precari e pensionati che, nonostante la giornata prenatalizia, hanno deciso di proseguire con la mobilitazione. Proprio loro, i soggetti più colpiti dai provvedimenti del Governo Monti. Una mobilitazione accompagnata dalla musica dei 'zampognari' invitati dalla FLAI CGIL che con i loro strumenti le hanno suonate al Governo facendo sentire la contrarietà alla manovra appena varata. Ad addobbare l'enorme albero di natale sono le testimonianze scritte dei lavoratori e le parole che da sempre caratterizzano la lotta della CGIL, come la sicurezza, le pensioni, il fisco equo, la solidarietà, la riduzione dei costi della politica, lo sviluppo e la pace. Il messaggio lanciato in questi giorni è chiaro, lo si legge sui volti di tutti coloro che hanno partecipato oggi alla protesta di CGIL, CISL e UIL: quest'anno non sarà un natale sereno, ma pieno di preoccupazione per il futuro e per i gravi effetti che produrrà la manovra economica.
“L'albero che è alle nostre spalle – ha esordito il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso nel suo intervento - non simboleggia soltanto la vigilia di Natale, ma le tante storie di lavoratori e lavoratrici la cui vita è stata sconvolta dalla manovra del Governo”. La leader della CGIL fa riferimento sia agli interventi sulle pensioni, sia ad un senso più generale di “incertezza” sul futuro. Si dice, ha sottolineato Camusso “restate a lavoro, ma il lavoro non c'è”.
Oggi in Piazza Montecitorio il Segretario Generale della CGIL ha voluto ribadire quali sono le misure urgenti da adottare per ridare un futuro al Paese: un piano per il lavoro che guardi innanzitutto ai giovani e alle donne, intervenire sui salari, e sul fisco, un nuovo sistema di previdenza. Ed è proprio su quest'ultimo punto che Camusso si è soffermata affermando che “il capitolo-pensioni non è una partita chiusa, ma che va riaperta e bisogna trovare delle soluzioni. Basta – ha attaccato - continuare a dire che tutto ciò che è stato fatto è stato fatto pensando ai giovani”. Infatti, per la leader della CGIL l'allungamento dell'età pensionabile, avrà due conseguenze preoccupanti sulle giovani generazioni: “impedirà loro di entrare nel mercato del lavoro e sottrarrà risorse al sistema che non vanno al loro futuro previdenziale”.
La strada da percorrere per salvare il paese, come ribadito più volte dalla CGIL è quella di un intervento sul terreno fiscale. Il cuneo fiscale, ha spiegato Camusso “non deve dare, ancora una volta, risposte soltanto alle aziende e mai ai lavoratori”, e con la riforma fiscale si devono trovare risorse che “abbassino la tassazione sui lavoratori dipendenti e pensionati” attraverso la discussione di una patrimoniale, della tassazione delle grandi ricchezze, dell'evasione e dell'elusione.
Camusso ha reclamato a gran voce il coinvolgimento dei sindacati da parte dell'esecutivo nel riformare la previdenza e nell'affrontare la fase due, quella in cui si parla di sviluppo e crescita, annunciata dal Governo in queste ore, perchè solo in questo modo si potrà realizzare una manovra che sia nel segno dell'equità e della crescita. Secondo la leader della CGIL è necessario avviare un'ampia discussione tra Governo e Parti sociali, “bisogna discutere – ha sottolineato - su come si produce crescita attraverso la creazione di lavoro e la riduzione della precarietà, confrontandosi con la realtà del paese”.
Nel concludere Susanna Camusso ha dato appuntamento alle prossime iniziative di mobilitazione, perchè “la partita non è chiusa, e se il Governo continua ad andare dritto per la sua strada troverà ostacoli contro cui andrà a sbattare”. L'invito della CGIL è dunque quello del dialogo, della soluzione di problemi, “bisogna ridare una prospettiva al lavoro che rimane l'unica grande ricchezza di questo paese” ha concluso Camusso.