(ASI) "Ancora violenza mediatica contro il 9 ottobre: l'obiettivo è mandare messaggi intimidatori agli uomini liberi È bastata una foto, un appello con punti chiari, netti e alti, cosa assai rara nel panorama putrescente del politicume nazionale, è stata sufficiente una risposta proveniente da uomini e donne liberi che non è stato possibile piegare ed ecco che il mainstream torna a scatenarsi contro il dissenso.
Ancora Fanpage e La Stampa/Repubblica non perdono occasione per lanciarsi all'attacco feroce dei dissidenti, sempre utilizzando quei 120 secondi del 9 ottobre.
Ringraziamo chi non si è fatto intimidire in questi mesi, i dissidenti che conoscono la verità ed hanno difeso quella giornata di popolo e mobilitazione contro tutto e contro tutti, ricordando sempre che quel giorno più di 100.000 italiani gridarono 'lavoro e libertà' contro l'apartheid del Green Pass, ovvio che per il regime ed il suo mainstream (compresi gli infiltrati, consapevoli e non, nella resistenza) quella piazza andava cancellata dalla memoria e criminalizzata, perché unica e troppo libera e ribelle, non controllata e popolare, senza bandiere di partito e anti-ideologica.
Spaventava e spaventa quella piazza libera, per questo ancora oggi si tenta di 'assaltarla' con bugie e violenza.
Perché non aspettare la fine del processo e far parlare le sentenze?
Per il 9 ottobre non esiste garantismo né vale lo Stato di Diritto e vai di ghigliottina, condanne e sentenze mediatiche per le quali non esiste appello.
Al sistema e ai suoi salotti non interessano né la verità giudiziaria né quella storica, criminalizzare la piazza più popolare e folta del dissenso di questi mesi è l'obiettivo.
È così che 'assediare' diventa 'assaltare' e che 120 secondi bastano a cancellare 6 ore di manifestazione; 100.000 italiani sono spariti, così come gli idranti, i manganelli, i blindati e la violenza della Polizia del Green Pass contro gli italiani.
Ora chiediamo, però, un pò più di coraggio anche ai nostri. Solo gli attivisti dalle piazze e i nostri avvocati in Tv hanno sempre detto chiaramente quale fosse la giusta lettura da dare ai fatti del 9, ma ci avrebbe stupito il contrario.
Abbiamo compreso la 'melina' di tanti sul 9 ottobre, evidentemente 'storditi' dal mainstream - che ha torto su Covid, guerra e tanto altro, mentre sul 9 ottobre va seguito a rotella - altri hanno trovato quello spazio che prima in piazza non avevano
(penso a politici e partiti che hanno utilizzato arresti e repressione dei dissidenti per prendersi la prima linea), ma ora è giunto il momento di lottare per la verità, lo meritano quei 100.000 connazionali che stavano a Roma.
Cari Diego Fusaro, Francesco Amodeo, Pierluigi Paragone, Radio Radio e cara Byoblu, voi che siete voce del dissenso e a cui riconosciamo buona fede, vi invitiamo a uscire davvero 'fuori dal coro' e iniziare magari a sentire chi quel sabato d'autunno stava a Roma e non dietro a un PC, chi da 30 mesi lotta e resiste, senza guadagnarci un euro, e pagando anche con la libertà, perché non è giusto, e vi squalifica, continuare a narrare la favola del mainstream proprio sulla più grande e spontanea giornata di lotta di questi 30 mesi di resistenza tenace.
Perché le piazze non sono utili solo a metterne in lista gli uomini e le donne e dire, poi, che quelle liste rappresentano il dissenso.
Quelle stesse persone erano al nostro fianco il 9 ottobre e vi possono raccontare la verità, ascoltatele; e se qualcuno è buono per il re deve essere buono anche per la regina.
Ristabilire verità e giustizia sul 9 ottobre significa rilanciare una 'Pentecoste di libertà' che restituirebbe unione, forza e pluralità al dissenso, che rimetterebbe fuori dai giochi quei 'capi e capetti' che oggi hanno polverizzato la resistenza in 13 simboli.
Viva la resistenza! Viva il 9 ottobre!" Così in una nota Giuliano Castellino di Italia Libera.
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